E su cui stamattina inizieranno a pronunciarsi gia' i mercati, la cui reazione e' molto attesa, rappresentando anche il motivo dell'accelerazione con cui si e' arrivati al varo domenicale da parte del Cdm, in anticipo rispetto alle previsioni. Il premier, dopo l'incontro a mezzogiorno con i giornalisti stranieri (ieri ha illustrato per circa due ore in conferenza stampa, ''agli italiani'', le misure approvate), si rechera' alla Camera alle 16 e, due ore dopo, sara' al Senato. A conclusione dei suoi interventi, in entrambi i rami del Parlamento, si avviera' un breve dibattito in Aula (tutti i partiti riuniranno in giornata i propri gruppi per esaminare il testo). Sul fronte politico (quello sindacale e' compatto nel contestare innanzitutto al governo le modifiche apportate al capitolo pensioni), nonostante i distinguo individuali, e le difficolta' per i vari leader di partito nel doversi giustificare con i propri elettori per l'appoggio a un governo tecnico che ha appena varato una manovra ''lacrime e sangue'', difficilmente l'esecutivo incontrera' difficolta' nell'ottenere l'ok del Parlamento alla conversione in legge del decreto. Lo si comprende anche dal fatto che l'unica critica esplicita arriva dal segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, per il quale l'impianto generale non risponde ancora a criteri di equita'. Detto questo, ''penso che si dovra' continuare il confronto con il governo. Ci lavoreremo. Dopodiche', e' chiaro e va anche detto per onesta' che tutte queste misure vanno ad assorbire misure che in molti casi c'erano ed erano previste. Avevamo davanti 20 miliardi di riduzione per le famiglie e per l'assistenza''.