''Questo perche' - sottolinea Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre - l'Imu avra' una aliquota, salvo la facolta' dei Sindaci di aumentarla o di diminuirla di 3 punti, del 7,6 per mille, che sostituira' l'attuale Ici, l'Irpef sugli immobili e le relative addizionali regionali e comunali. Se con l'attuale sistema, l'Irpef sugli immobili aumentava al crescere del reddito, garantendo cosi' un criterio di progressivita', ora l'Imu sara' praticamente una tassa piatta, che consentira' ai piu' ricchi, rispetto all'applicazione dell'Ici, aggravi di imposta piu' lievi man mano che cresce il reddito. Oltre i 100.000 euro di reddito, questi proprietari di seconda casa pagheranno addirittura meno di quanto hanno pagato sinora con l'Ici''. Nelle simulazioni fatte dalla CGIA di Mestre, sono stati presi in esame 4 casi di proprietari con livelli di reddito crescenti (25.000 Euro, 50.000 Euro, 100.000 Euro e 150.000 Euro). Con l'attuale tassazione, si e' presa in esame una Ici con una aliquota media che e' pari a quella nazionale del 6,4 per mille, una addizionale Irpef Regionale dello 0,9% e una addizionale Irpef Comunale dello 0,4%. Nel caso dell'Imu, invece, e' stata presa in esame un'aliquota media del 7,6 per mille ed una rivalutazione catastale del 60%.