City Information Service | Direttore responsabile Piero Pianigiani

Martedì 10 Gennaio 2012 19:54

La curiosita': Banker o promotore, il segreto resta In primo piano

(Eticanews.it) - Milano - Private banker, personal banker, ma mai e poi mai promotore finanziario. Il linguaggio conta anche nel mondo della finanza. Eccome: sull'etimologia della parola, più di un professionista si scandalizza se vengono confusi i termini (in particolare se è di nazionalità elvetica). Sì, perché il blasone di un private banker è di un altro retaggio rispetto a quello di un comune promotore finanziario.

Per private banking si intende (fonte Associazione italiana private banking) «una vasta gamma di servizi offerti alla clientela "affluent" (indicativamente portafogli finanziari di almeno 500mila euro), basati su un alto livello di personalizzazione e finalizzati a soddisfare bisogni complessi, non solo finanziari. Si va dalla consulenza (legale, fiscale, immobiliare, fino all'art advisory) ai servizi di pianificazione (wealth planning, risk management, consulenza finanziaria), dal bankassurance all'offerta di prodotti come derivati, hedge fund, private equity». La promozione finanziaria, invece, anche se regolata ufficialmente da un decreto ministeriale, che prevede un un esame per potersi iscrivere all'albo, è considerata da tutti come una pura vendita di prodotti finanziari per la clientela retail. Alla fine, però, le due figure si assomigliano molto: il private banker dovrebbe assistere ("coccolare") il cliente facoltoso, ma non può gestire autonomamente il cliente stesso (non è un cliente gestito, ma amministrato). In pratica, lo consiglia e alla fine lo indirizza spesso verso i prodotti della casa di appartenenza (nel 99% dei casi il private banker è un dipendende della investment house). Lo stesso si può dire per il promotore finanziario, con la differenza che al professionista in questione di solito capitano clienti meno facoltosi, ma ugualmente (e giustamente) esigenti. Qual è il valore aggiunto? Non l'indipendenza di giudizio nel consigliare il cliente, perché di solito è tipica del consulente finanziario di stampo anglosassone (da noi la disciplina è ancora "fumosa"). Forse il valore aggiunto sta nel fatto che il private banker assiste il cliente in discipline più complicate come successioni, arte, planning finanziario. Il servizio di private banking o di relationship management è ampiamente più remunerativo alla struttura d'appartenenza. Tra l'altro, curiosamente, i clienti facoltosi non si lamentano. Anzi, secondo la "Terza indagine Aibp sulla clientela private in Italia-grado di soddisfazione dei clienti", il grado di soddisfazione è aumentato nell'arco degli anni. E arriva alle stesse conclusioni anche l'indagine "European Wealth Index" di Schroders del dicembre 2011. Dati sulla soddisfazione dei clienti dei promotori finanziari non sono a disposizione. Per cui nel tranquillo mondo del private banking tutti felici, soddisfatti e nessun scandalo in perfetto stile svizzero (patria "storica"del private banking). Resta il sospetto che, vista la dimensione dei patrimoni in questione, semplicemente è meglio non fare sapere niente (e ripianare gli eventuali "buchi" in casa).


camera
Social Forum

Facebook_suiciditwitter_iconyoutube6349214

Questo sito utilizza i cookies per migliore la tua esperienza di navigazione. I Cookies utilizzati sono limitati alle operazioni essenziali del sito. To find out more about the cookies we use and how to delete them, see our privacy policy.

I accept cookies from this site.

EU Cookie Directive Module Information