City Information Service | Direttore responsabile Piero Pianigiani

Martedì 29 Gennaio 2013 15:55

Piano aeroporti: l'Umbria non c'e' - preoccupazione

(CIS) - Roma, 29 gen - Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera ha emanato l'Atto di indirizzo per la definizione del Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale che individua gli scali di interesse nazionale ''che costituiranno l'ossatura strategica su cui fondare lo sviluppo del settore nei prossimi anni''. Non c'e' nell'elenco l'aeroporto San Francesco di Assisi, quello internazionale dell'Umbria per il quale sono stati spesi circa 50 milioni di euro, fondi dello Stato, regione e privati. I soci Sase hanno appreso della notizia con  stupore e preoccupazione, cosi' il vertice della Fondazione Perugia-Assisi capitale della cultura 2019, con il suo presidente Bruno Bracalente.  Segue

 

L'atto - scrive l'ASCA - sara' ora inviato alla Conferenza permanente Stato-Regioni per la necessaria intesa e, successivamente, sara' adottato con un apposito decreto dal Presidente della Repubblica. L'atto di indirizzo, spiega il Ministero, ''al fine di ridurre la frammentazione esistente e favorire un processo di riorganizzazione ed efficientamento, formula una proposta di individuazione degli aeroporti di interesse nazionale, che costituiranno l'ossatura strategica su cui fondare lo sviluppo del settore nei prossimi anni''. Questi sono divisi in aeroporti inseriti nella Core Network (considerati di rilevanza strategica a livello Ue in quanto pertinenti a citta' o nodi primari): Bergamo Orio al Serio, Bologna, Genova, Milano Linate, Milano Malpensa, Napoli, Palermo, Roma Fiumicino, Torino, Venezia; aeroporti inseriti nella Comprehensive Network: con traffico superiore a 1 mln di passeggeri annui: Alghero, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze, Lamezia Terme, Olbia, Pisa, Roma Ciampino, Trapani, Treviso, Verona; con traffico superiore a 500mila passeggeri annui e con specifiche caratteristiche territoriali (unicita' nell'ambito regionale o servizio a un territorio di scarsa accessibilita'): Ancona, Pescara, Reggio Calabria, Trieste; indispensabili per la continuita' territoriale: Lampedusa, Pantelleria. Previsti anche quegli aeroporti non facenti parte delle reti europee: con traffico vicino al milione di passeggeri e con trend in crescita: Rimini; e destinati a delocalizzare traffico di grandi aeroporti: Salerno. Per questi scali e' previsto sia il mantenimento della concessione nazionale, sia la soluzione delle criticita' relative al rilascio della concessione in gestione totale, ove essa sia mancante. Gli aeroporti di interesse nazionale, spiega il Ministero, ''potranno inoltre essere interessati da un programma di infrastrutturazione che ne potenzi la capacita', l'accessibilita', l'intermodalita', a partire da Roma Fiumicino (realizzazione di una nuova pista, potenziamento delle aree di imbarco e dei Terminal), Malpensa e Venezia (miglioramento dell'accessibilita' delle strutture e della interconnessione con l'alta velocita'). Il potenziamento di diversi altri scali e' previsto nel medio-lungo periodo''. Gli aeroporti non di interesse nazionale dovranno essere invece trasferiti alle Regioni competenti, che ne valuteranno la diversa destinazione d'uso e/o la possibilita' di chiusura. L'Atto di indirizzo, inoltre, non prevede la realizzazione di nuovi scali. Tale principio vale, ad esempio per Grazzanise (considerata la capacita' di Napoli Capodichino di sostenere ulteriori aumenti di traffico e la possibilita' di utilizzare lo scalo di Salerno) e Viterbo (i cui investimenti potranno essere usati per il potenziamento infrastrutturale di Fiumicino).


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