(ASCA) - Roma, mar - Torna a riunirsi il parlamento cipriota che dovrebbe approvare il cosidetto piano B che sostituisce quello negoziato con Ue-Bce-Fmi la scorsa settimana e bocciato dallo stesso parlamento martedi'. Nicosia deve trovare 5,8 miliardi di euro per contribuire al piano di salvataggio del proprio sistema bancario, denaro che si aggiungerebbe ai 10 miliardi di prestiti (scadenza 2016) che saranno forniti dagli altri partner dell'Eurozona e dall'Fmi. Il piano B, su cui l'Eurogruppo ieri sera ha offerto la disponbilita' ad esaminarlo a patto che non cambino i parametri del risanamento, prevederebbe l'istituzione di un fondo di solidarieta' e una ristrutturazione della banche in crisi attraverso la separazione dell'attivo esigibile da quello non esigibile (bad bank). Un percorso che potrebbe ridurre la compartecipazione di Cipro al salvataggio da 5,8 miliardi a 3,5 miliardi. segue
Il resto potrebbe venire da una nuova versione di prelievo forzoso sui depositi bancari limitato ai conti correnti superiori a 100 mila euro. Quello precedente che comprendeva tutti i depositi era stato per l'appunto bocciato dal parlamento. Tra le alternative anche la vendita dei giacimenti di gas. La Russia, i cui cittadini, soprattutto gli oligarchi, hanno depositi nella banche cipriote superiori allo stesso Pil di Nicosia, ha gia' espresso la sua contrarieta' al prelievo sui depositi. abstract