Le statistiche dimostrano ( i dati sono stati pressentati da Gianluca ceccarelli, presidente Federfarma Perugia, Claudio Sfara, dirigente medico del reparto clinica malattie infettive dell'azienda ospedaliera e vicepresidente Anlaids) che l'Aids e' ancora vivo e diffuso nella societa 'moderna: si muore meno ma i casi di contagio da HIV crescono ogni anno. Ecco quindi necessaria una diagnosi precoce e a monte, una attenzione maggiore alla pratiche di prevenzione. Nel 2013, la clinica di malattie infettivi dell'ospedale regionale dell'Umbria (Azienda ospedaliera di Perugia) ha diagnosticato 44 nuovi casi di HIV, mentre 59 furono quelli registrati nel 2012. Dal 1999 ad oggi i casi accertati di Aids nella clinica perugina sono stati 520, mentre le infezioni di Hiv circa 650. La ripartizione per sesso sia delle malattia che dell'infezione, evidenzia un 67% tra i maschi di eta' compresa tra 36-45 anni e un 33% di donne in eta' compresa tra i 22-35 anni. Nel 72% dei casi viene somministrata terapia antiretrovirale. Secondo ricerche, a Perugia, HIV positivi hanno visto una provenienza per il 68% dall'Italia, il 33,2% a paesi stranieri quali, Africa 21% Europa 5%, Asia 0,9%, centro e su america 5%, 0,1% dall'est Europa. E' stata annunciato che Anlaids e Arci-Gay si sono fatti promotori, nell'ambito di un progetto nazionale promosso dal ministero della salute, di una campagna di esecuzione ai test a risposta rapida (20 minuti) eseguiti sul fluido orale, in collaborazione con un medico della clinica Malattie infettive. In totale sono stati eseguiti 260 test, su persone dell'hinterland peruginao, che intrattengono rapporti di tipo omosessuale, sex workes, consumatori di sostanze stupefacenti. 3 i casi rilevati di HIV positiva, in situazione di patologia avanzata. Pg