Non si tratta dunque per me - ha detto Bassetti nell'omelia - di un merito o di un avanzamento di carriera, ma essenzialmente di un nuovo impegno per la Chiesa e l'umanità. Esso ha come unico punto di riferimento e modello Gesù di Nazareth , il quale è venuto in mezzo agli uomini non per farsi servire ma piuttosto per servire e dare la vita. Vedete, carissimi, non c'è altra strada per far carriera agli occhi di Dio. La nostra unica e autentica promozione è quella che più ci fa assomigliare al Signore Gesù: farsi piccoli per gli altro. Proprio per questo Dietrich Bonhoeffer, il grande teologo luterano, morto in un campo di concentramento nazista, scriveva che "la Chiesa deve partecipare agli impegni della comunità umana, non dominando ma aiutando e servendo". Ricordo come fosse ora le parole che papa Giovanni Paolo II pronunciò dopo la morte del cardinale Giovanni Benelli, avvenuta a Firenze il 26 ottobre 1982: "Ecco un pastore buono, che ha servito la Chiesa, senza servirsi mai di essa". Queste parole, pronunciate 32 anni fa, assumono un significato particolare per tutti noi e per la società umana che, come Chiesa, siamo chiamati ad amare e servire. Purtroppo non è difficile constatare che siamo come circondati da una mentalità individualistica che, come dice Papa Francesco, produce la "cultura dello scarto", emargina i più deboli, si dimentica di molti e abbandona i poveri. A questa mentalità utilitaristica - sono ancora le parole del Papa - che cancella i piccoli e rimuove lo scandalo della sofferenza, siamo tutti esortati ad apporre una cultura dell'amore e della misericordia. Una cultura che difende la vita e che, soprattutto, ridona ai nostri ragazzi e alle nostre famiglie la speranza del futuro. SEGUE