Giovedì 09 Giugno 2016 03:31

Rapporto poverta' Caritas: tanti hanno perduto il lavoro (76%)

(CIS) - Perugia giu. - Troppi disoccupati; per la casa il 2,9% segnala precarieta'. E' un altro dei temi trattati dalla ricerca. Quanto alla situazione abitativa, poco meno della metà degli utenti (46%) dichiara di vivere in una casa affittata da un privato, il 3,3% in una casa di proprietà, mentre il 2,9% segnala situazioni di estrema precarietà. In tema di condizione professionale, i dati disponibili diffusi dall'Ossevratorio Caritas, mostrano una percentuale di occupati molto contenuta (8,2% nel 2015, 7,3% nel 2014, di contro al 15,7% rilevato dalla Caritas nazionale). Molto elevata risulta invece la quota di utenti che hanno perduto un lavoro e sono alla ricerca di nuova occupazione (76,0% nel 2015 e 79,2% nel 2014, di contro al dato nazionale del 61,7%). Prevale dunque in modo nettissimo lo stato di disoccupazione e di ricerca di nuova occupazione, molto più diffuso tra gli utenti stranieri che tra quelli italiani (81,4% contro 66,0%). Ponendo attenzione al carico di problemi-bisogni segnalati da chi si rivolge ai Centri di Ascolto, troviamo, al primo posto, nel 2015, il fronte dell'occupazione/lavoro, avvertito maggiormente dagli stranieri (70,3% contro il 58,5% degli italiani), e quello della povertà/problemi economici, in seconda posizione (con una diffusione pressoché pari tra italiani e stranieri). segue

A livello nazionale, nel 2014, è invece la povertà economica a prevalere sui problemi di occupazione. Altre voci di bisogno si rilevano sul fronte delle dipendenze, dei problemi familiari, della condizione di immigrato, della salute. Si tratta di casi meno numerosi (anche perché denunciati forse per difetto, forse non ritenendosi il Centro di Ascolto la sede appropriata per la richiesta), che comunque richiedono interventi specifici, professionalmente adeguati, e quindi un'offerta appropriata di servizi. Tra le attività della Caritas, in risposta alle richieste degli utenti, spiccano le attività di "ascolto", nel corso delle quali, dopo un colloquio con l'utente, e dopo aver individuato i suoi reali bisogni, sono prefigurati possibili interventi di sostegno. Tra il 2014 e il 2015 aumenta l'intensità degli interventi, passandosi da 3,4 a 4,1 tipologie di interventi per utente, in connessione con il processo di impoverimento di molte famiglie. Al netto delle attività di ascolto, oltre il 90% degli interventi ha come oggetto sussidi di tipo economico (in gran parte dedicati al pagamento di bollette/tasse). Un importo marginale, ma in forte crescita, è dedicata all'erogazione di beni e servizi materiali, attualmente compiuta dall'Emporio, per il quale non disponiamo ancora di un archivio sistematico di dati. Le indicazioni fornite dal Rapporto confermano anche per la nostra diocesi la gravità della situazione sociale, che colpisce l'intero Paese. Per fronteggiare povertà ed esclusione sociale, si impone, tra l'altro, la presenza di una comunità locale in cui i cittadini siano legati da un patto di partecipazione e cittadinanza attiva, tra loro e con un'amministrazione pubblica orientata ad un'effettiva azione sussidiaria, per dei servizi flessibili, personalizzati e integrati, con piena trasparenza della propria azione. Nella promozione sincera della dignità ed autonomia di poveri ed emarginati, la nostra comunità può ritrovare, come Papa Francesco non si stanca di ripetere, la sua dimensione più profonda e più autenticamente umana. La Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve / fonte com

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