(CIS) - Corciano (Pg), giu - “Se c’è chi manifesta diffidenza, c’è anche chi esprime solidarietà, nella consapevolezza che i profughi che incontriamo sul nostro territorio sono persone sopravissute a viaggi della speranza nel corso dei quali migliaia di loro hanno perso e perdono la vita”. L’assessore all’intercultura del Comune di Corciano, Giuseppe Felici, interviene sul rapporto immigrati/territorio e sottolinea “la catastrofe umanitaria che si sta consumando nel Mediterraneo non si arresta e il Comune, come tanti altri, ospita attualmente una sessantina di profughi alloggiati in alcuni appartamenti e per le emergenze in albergo”. “Gli ospiti – sottolinea - sono seguiti dalle associazioni autorizzate, come l’ARCI e la Caritas, nel quadro del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, finanziato con fondi europei e sotto la responsabilità e la vigilanza della Prefettura e del Ministero dell’Interno, oltre che delle forze dell’ordine territoriali”.... segue
L’assessore, anche nella logica della solidarietà, ribadisce “sappiamo che il salvataggio in mare non è la soluzione di questa emergenza umanitaria, ma non ci sentiamo autorizzati a non aiutare, nel nostro piccolo, persone coraggiose, che affrontano il rischio della morte nel Mediterraneo o ai confini e l’ostilità nei paesi d’arrivo nella speranza di una vita dignitosa. Gran parte di loro si allontanano dal proprio paese per fuggire da guerre, dittature, crisi economiche e disastri ambientali cui non sono estranee le politiche estere occidentali fondate sullo sfruttamento delle risorse, sulle armi e sull’appoggio a regimi dittatoriali. All’arrivo – prosegue Felici - rischiano di essere rispedite nei luoghi di partenza, confinate in paesi terzi dove la loro vita è in pericolo, rinchiuse in Italia e in altri paesi europei per lunghi periodi fino a quando le loro domande di protezione non saranno esaminate”. In questa prospettiva, tuttavia, l’assessore si dice “consapevole che richiedenti asilo e profughi si misurano con le contraddizioni più acuminate di questo periodo politico e che sono pretesto e non causa dei tagli alla spesa pubblica europea” ma ribadisce “nel proseguire questa esperienza di solidarietà ci aspettiamo che i governi europei assicurino politiche estere fondate sulla pace, sulla democrazia, sulla cooperazione internazionale, su corridoi umanitari legali a chi ha bisogno di rifugio e nello stesso tempo politiche economiche rispettose delle promesse delle nostre costituzioni sociali”.