Ambroglini, a nome della Fondazione, ha rivolto un "grazie particolare" anche al pubblico, "che ci ha seguito in massa e con molte persone arrivate da altre regioni del centro Italia, soprattutto dalla Toscana". "Infine un ringraziamento va a Patrizia Marcagnani, che con impegno ha lavorato in questi mesi per la riuscita della seconda edizione. Ora Moon in June, ha assunto un rilievo tale da essere annoverato tra i grandi festival umbri e per questo lavoreremo per adeguare l'evento a nuove prospettive nazionali ed europee. Non va dimenticato, inoltre, "il contributo straordinario degli artisti che nei due giorni - ha concluso Ambroglini - hanno partecipato quasi tutti a livello gratuito". Per due giorni infatti la grande musica è tonata ad animare il suggestivo scenario dell'Isola Maggiore. Altri sono stati gli eventi unici ed irripetibili, oltre al tributo a Robert Wyatt, e come sempre con protagonista il magnifico tramonto scrive una nota. Sabato 25 giugno ad incantare sono stati i suoni e le contaminazioni di "Morbid Dialogues" grazie ad Alessandro Deledda e la sua Piccola Orchestra Moon in June con ospiti speciali come Ares Tavolazzi, Gianluca Petrella e Francesco Bearzatti. Un live anticipato dalle tessiture sonore e dal "mantra psichedelico" curato da dj Ralf e dalla performance tra musica e teatro di Mirco Bonucci e Carolina Balucani. Tornando al concerto finale di domenica sera dedicato a Wyatt, l'inizio è stato caratterizzato subito da una doppietta da brividi con "Shipbuilding" e "Seasong", passando poi, tra gli altri brani eseguiti, per "Maryann", "O Caroline" e "Chairman Mao". La chiusura, con tutto il pubblico in piedi, è stata affidata a "Fuochi nella notte", per un canto corale che ci conferma che proprio "così vanno le cose, così devono andare". fonte com abstract