Il documento sottolinea come nelle visite effettuate a Corciano nell’arco di 2 anni, in occasione della Giornata della Memoria, colui che rappresenta uno degli ultimi sopravvissuti al campo di sterminio ancora in vita, “ci ha fatto dono dei suoi insegnamenti, instaurando un profondo legame di stima e di solidarietà con i ragazzi delle scuole e con il territorio comunale, regalandoci un’opportunità di crescita morale, civile, storica e umana”. D’altra parte, che quest’uomo mite, addolorato, ma affatto vinto abbia lasciato un segno nella comunità corcianese, è testimoniato dal libro “Dopo il buio la luce”, ideato e realizzato dall’Istituto Benedetto Bonfigli (con il supporto dell’Amministrazione comunale). Edito da Morlacchi Editore, corredato da un Dvd e presentato di recente, raccoglie e cristallizza, a beneficio delle future generazioni, le emozioni, le riflessioni, i disegni e gli interventi musicali scaturiti dall’incontro del 1 febbraio scorso. L’idea di riconoscere il valore di una testimonianza grazie alla quale ci si senta stimolati a “costruire un mondo migliore, libero da tutte le barbarie”, permea il testo redatto da Boccio, in cui contestualmente si chiede l’integrazione dello Statuto Comunale in materia di concessione della cittadinanza onoraria in quanto, al momento, non prevista. Di particolare intensità, e così sono stati recepiti dal Consiglio, gli stralci del documento che ripercorrono la vita di Terracina, nato a Roma il 12 novembre del 1928, espulso dalla scuola pubblica, che tanto amava, dopo l’adozione delle leggi razziali e deportato il 17 maggio del '44 a Birkenau-Auschwitz con altri 7 componenti della sua famiglia (lui fu l’unico a rimanere in vita). Immatricolato con il numero A-5506, lottò per la sopravvivenza fino alla liberazione, il 27 gennaio 1945, ad opera dell'esercito dell'Armata Rossa. Tra i racconti più crudi, come riportati da Terracina in occasione degli interventi pubblici dei quali fu ospite, il dramma consumato il giorno dell'arrivo nel campo di sterminio. "Arrivammo dentro il campo di concentramento, dalle fessure vedevamo le SS con i bastoni ed i cani. Scendemmo, ci picchiarono, ci divisero. Formammo due file, andai alla ricerca dei miei fratelli, di mia madre; noi non capivamo, lei sì. Mi benedì alla maniera ebraica, mi abbracciò e disse 'andate'. Non l'ho più rivista. Mio padre, intanto, andava verso la camera a gas con mio nonno. Si girava, mi guardava, salutava, alzava il braccio. Noi arrivammo alla 'sauna', ci spogliarono, ci tagliarono anche i capelli. E ci diedero un numero di matricola, 'Dove sono i miei genitori?' chiesi ad un altro sventurato. E lui rispose 'Vedi quel fumo del camino? Sono già usciti da lì".
Cittadinanza onoraria a Piero Terracina. Comune Corciano primo in Umbria
(CIS) - Corciano (Pg), lug - “Si impegnano il Sindaco e la Giunta a conferire a Piero Terracina la cittadinanza onoraria del Comune di Corciano, annoverandolo tra i nostri ‘figli più illustri’”. Questa la richiesta formulata nell’Odg a firma Emanuela Boccio, capogruppo del Pd e consigliera di parità, che l'Assemblea legislativa ha votato nella seduta di giovedì 30 giugno. L’iniziativa, che non ha precedenti in Umbria, si radica nella riflessione che Piero Terracina “testimone instancabile della Shoah” e capace di “trovare la forza di raccontarne l'orrore, in tutta Italia ed in Europa” ha scelto come interlocutori privilegiati soprattutto i ragazzi, “che rappresentano il futuro della nostra città e del mondo intero”.... segue