Mercoledì 12 Ottobre 2016 18:03

Assemblea Confindustria Umbra: bene riforme, ma intervenire su detassazione

(CIS) - Perugia ott. -  ABSTRACT  DELLA RELAZIONE DEL PRESIDENTE CONFINDUSTRIA UMBRIA CESARETTI

(CIS)  - Perugia ott. - Le riforme varate dal Governo in materia di mercato del lavoro, scuola, pubblica amministrazione, fisco, "sono da apprezzare; occorre però intervenire sulla maggiore detassazione dei premi di produzione, per facilitare lo scambio tra salario e produttività." E' entrato nel tecnico il presidente di Confindustria Umbra Ernesto Cesaretti all'annuale assemblea degli industriuali umbri (dopo aver salutato il presidente Vincenzo Boccia, la presidente Catiuscai Marini, il sottosegretario De Micheli e gli altri parlamentari presenti) chiedendo che "vengano alzati sia i tetti dei premi che i livelli dei redditi di riferimento." La prossima Legge di stabilità - ha aggiunto - "dovrebbe adottare questa prospettiva, che può determinare effetti positivi anche sulla domanda. La contrattazione di secondo livello diventerà determinante, in un clima di relazioni industriali collaborative, per far conseguire una maggiore produttività, così come insegna l'esperienza tedesca. E non è un caso che per agevolare la conversione dell'industria in chiave 4.0 il Governo -ha ribadito - abbia individuato nello scambio tra salario e produttività proprio una condizione abilitante." Per Cesaretti e' certo che questi interventi "aiutano ad avere un Paese più moderno, ma non bastano." Un messaggio a "fare di piu'" sia a livello regionale che centrale.  SEGUE

 

In apertura di relazione, Cesaretti si e' detto convinto che l'industria umbra può fare molto perché "è luogo di libertà, creatività, impegno professionale, crescita personale. I prossimi anni imporranno intensi cambiamenti tecnologici, organizzativi, culturali. Non li aspetteremo. Li andremo a cercare. Perché, il futuro, in Umbria, non lo faremo attendere!" . Una analisi a tutto campo, con passaggi rivolti al presidente Boccia, al sottosegretario Micheli, alla presidente della Regione Marini. " Essere "esperti di futuro", come dici tu Vincenzo, non significa però essere ignoranti del passato. "Al contrario, solo sapendo da dove si viene, solo conoscendo le origini è possibile costruire un domani che sia progetto, e non utopia. E tanto più importante è stato il passato, tanto più importante potrà essere il futuro. Per cui, guardando avanti, dobbiamo mantenere vivo il ricordo di ciò che abbiamo alle spalle. In Umbria vantiamo una tradizione industriale di grandissimo valore, che è il presupposto migliore per l'avvenire. Promuovere il futuro; prevedere il domani; costruire l'avvenire. Questo, cari colleghi, è il modo moderno di intendere il ruolo dell'Associazione. Compito difficilissimo, perché implica le capacità di intuire, decidere e realizzare, considerando non solo ciò che è, ma, soprattutto, ciò che potrà essere. Mettendo al centro coloro che verranno dopo di noi, ed assumendo nei loro confronti un supplemento di responsabilità. Per fare ciò dovremo sviluppare in ambito associativo, ancor più di quanto sia stato fatto, una caratteristica tipica del lavoro degli imprenditori, che è quella di anticipare i tempi. Questo concetto, Vincenzo (rivolto ancora al Presidente Boccia), lo hai espresso con parole molto belle a maggio, in occasione del primo discorso da Presidente, quando hai detto che dobbiamo diventare "esperti di futuro". Autorità, Onorevole De Micheli, Presidente Marini, vi ringrazio per aver accettato l'invito a partecipare a questa assemblea. La vostra presenza testimonia la considerazione con cui il mondo istituzionale guarda a Confindustria Umbria. Dimostra che il contributo dei soggetti sociali al confronto politico rimane importante, anche quando la ricerca di assetti istituzionali più moderni potrebbe ridurre il ruolo dei corpi intermedi. Ma la partecipazione alla vita democratica non è alternativa alla sua efficienza, per cui non vi è contraddizione tra l'esercizio della rappresentanza d'interessi e la maggiore velocità del procedimento legislativo. Se non avessimo questa certezza, non saremmo tra i sostenitori della riforma costituzionale. Anche in un contesto di rapidità decisionale permane immutato il compito di Confindustria, che, come suggerisci tu, caro Presidente Boccia, deve concentrarsi sul futuro e sulle opportunità che esso propone. Siamo partiti all'inizio del secolo scorso, e ciò che era l'espressione visionaria di pochi pionieri, ora è pratica comune di centinaia di imprenditori, molti dei quali sono presenti in questa sala. Le immagini hanno raccontato le origini dell'industria umbra, leggera e pesante, ed hanno evidenziato quanto fosse determinante negli imprenditori di allora la dimensione del futuro, in un'epoca che viveva ritmi e cambiamenti imparagonabili con quelli attuali. Oggi l'accelerazione dei mutamenti rende più urgente e difficile sintonizzarsi con il nuovo, e non è un caso che Confindustria Umbria lo scorso anno abbia lanciato tre grandi progetti per traghettare l'industria verso sponde più moderne. Il primo di essi, "Stare nel futuro", ha assorbito buona parte dei nostri sforzi, e molti ancora ne assorbirà. Abbiamo cominciato a declinarlo concentrando l'attenzione sulle piccole, giovani, e spesso sconosciute realtà industriali con elementi di pregio. Sono i "Germogli di eccellenza", cinquanta imprese ad alto potenziale di crescita, operanti nei settori più disparati, con storie e origini diverse, che hanno in comune la possibilità di essere protagoniste del domani. Sia che operino nelle biotecnologie o nell'alimentare, nella stampa 3D o nella moda, sono un possibile pezzo di futuro dell'industria umbra che sarebbe un errore non tutelare. Certo non saranno il solo né il principale segmento del sistema produttivo. Però potranno definire un profilo più moderno del tessuto industriale, caratterizzato da competenze molto qualificate e da una marcata attitudine innovatrice.Il lavoro sui "Germogli", ideato e condotto dal Comitato della piccola industria, presieduto da Anna Maria Baldoni, ha suscitato grande interesse locale e nazionale. Il suo scopo non è quello di fare una rassegna delle giovani eccellenze, raccolte in una brillante pubblicazione, ma predisporre le politiche industriali più adatte alla loro crescita. Abbiamo formulato una decina di proposte che impattano sui vari aspetti della vita organizzativa. Non intendono essere le migliori possibili, né le uniche. Però ambiscono ad alimentare un confronto qualificato che produca risultati concreti. Desideriamo infatti evitare che l'iniziativa sui Germogli non trovi adeguato seguito, e si risolva in una bella idea, ma sostanzialmente sterile. Un esito di questo tipo sarebbe insufficiente, perché, tra l'altro, tradirebbe le aspettative dei neo imprenditori che con passione cercano di realizzare lo stesso sogno che spinse più di 100 anni fa i nostri precursori a muovere i primi passi. Siamo nella fase di avvio della nuova programmazione dei fondi comunitari, e c'è ancora tempo per trovare soluzioni originali che aiutino i Germogli ad irrobustirsi. Alcune proposte potrebbero pervenire da un confronto tecnico, aperto al contributo delle Istituzioni, che potrebbe individuare misure idonee a far esprimere alle eccellenze in nuce le loro potenzialità. Stare nel futuro vuol dire soprattutto attuare la quarta rivoluzione industriale. La digitalizzazione dell'industria è un processo irreversibile e trasversale, ancora poco noto e diffuso. Solo 4 imprese su 10 sono consapevoli di cosa significhi il termine Industria 4.0, e ancora meno sono quelle che hanno cominciato a lavorare in questo campo. La rivoluzione imposta da Industria 4.0 riguarda il manifatturiero, l'artigianato, i servizi, la pubblica amministrazione, la formazione, la ricerca. La fabbrica intelligente, che è l'insieme integrato di persone, oggetti e sistemi in una rete digitale, capace di auto-organizzarsi, creerà maggiore valore per le imprese e per le filiere. Può essere dunque un enorme acceleratore della produttività. Si stima che il valore aggiunto per addetto possa crescere di oltre il 25%. Questo aspetto per noi è decisivo perché la bassa produttività è il nodo più critico del tessuto industriale umbro. Ne deriva che l'implementazione della quarta rivoluzione industriale potrà costituire una straordinaria occasione per recuperare il terreno perduto e per conquistare quote di competitività. Tra i fattori che condizionano l'implementazione delle tecnologie digitali nella produzione vi è la presenza di un ecosistema dell'innovazione e la disponibilità di adeguate competenze tecniche e manageriali. In tal senso, sarà decisivo condividere con l'Università un piano didattico per formare nuove professionalità. Così come sarà importate orientare su questi temi le attività della Fondazione ITS Umbria, la migliore d'Italia secondo il MIUR. Registriamo i primi progetti di fabbrica intelligente da parte di imprese che hanno un ruolo economico importante e che possono trainare intere filiere produttive. Ma siamo davvero solo alle primissime battute. Il lavoro è quasi tutto da fare. Però non siamo in ritardo. Venti giorni fa è stato presentato dal Governo il piano nazionale Industria 4.0 che prevede una serie di interventi che si articolano in 4 pilastri: investimenti; infrastrutture; competenze; governance. Sono previste agevolazioni specifiche, quali l'iperammortamento con aliquota al 250%, e l'innalzamento al 50% del credito di imposta. È di particolare interesse la previsione di creare una rete nazionale di centri che fungano da cinghia di trasmissione tra mondo della ricerca e dell'industria, denominati Digital Innovation Hub. La loro funzione è sensibilizzare le imprese; supportarle nella pianificazione degli investimenti; agevolare l'accesso a strumenti di finanziamento pubblico, interloquire con i Centri di ricerca. Poiché secondo il Governo gli "Hub digitali" potrebbero essere localizzati presso le sedi di Confindustria, ritengo che sia interesse comune verificare la possibilità di istituirne uno in Umbria, presso la nostra organizzazione, tenuto conto che avrebbe una operatività condivisa con le regioni limitrofe. Mi rivolgo al Sottosegretario De Micheli ed alla Presidente Marini per segnalare questo auspicio, sicuro che non sfugga l'importanza che una struttura del genere potrebbe avere per stimolare i processi di ammodernamento industriale. Questa prospettiva sarebbe in totale sintonia con gli indirizzi della Regione per la specializzazione intelligente. ABSTRAC FONTE COM

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