L'esperienza della chirurgia pediatrica, nata con un protocollo di intesa tra l'Azienda Ospedaliera di Perugia e l'Asl Umbria 1, sta dando una risposta importante alle liste di attesa per interventi di bassa e media complessità, quelli più richiesti in Umbria, per i quali finora ci sono stati in media mille casi l'anno di mobilità passiva e cioè di piccoli pazienti umbri costretti a operarsi fuori regione, con tutte le conseguenze che ne derivano".Barberini ha anche spiegato che "il modello sperimentato ad Assisi verrà replicato anche in altre parti dell'Umbria, attivando nuove forme di collaborazione fra aziende ospedaliere e territorio, con i professionisti chiamati a operare in più strutture sanitarie per garantire risposte efficaci e di qualità in tutta la comunità regionale". Secondo l'assessore "in un contesto sociale profondamente cambiato, il modello di sanità pensato negli anni Settanta risulta superato e non più adeguato a rispondere all'esigenze dei cittadini, che ci chiedono di fare presto e bene. Per questo, accanto ai grandi poli ospedalieri di emergenza e urgenza, è fondamentale il ruolo degli ospedali di territorio che vanno qualificati e specializzati in stretta collaborazione con le aziende ospedaliere e l'intera rete dei servizi territoriali". fonte com