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Martedì 25 Ottobre 2016 08:54

Lo Schiaccianoci al Morlacchi di Perugia 29-30 ottobre

(CIS) - Perugia ott. - Al teatro Morlacchi di Perugia, sabato 29 alle 18 e domenica 30 ottobre alle 17, in programma Lo Schiaccianoci italiano più bello, uno dei più interessanti della storia della danza, senz'altro uno dei più incantevoli: sulle note di Piotr Ilych Ciaikovsky e con le variopinte scene e i costumi di Emanuele Luzzati, Daniele Cipriani ripropone la coreografia di Amedeo Amodio. Il cast prevede, Anbeta Toromani affiancata dal primo ballerino del Teatro San Carlo di Napoli Alessandro Macario, con il corpo di ballo e i solisti della Daniele Cipriani Entertainment. Lo spettacolo - spiega una nota - coincide con il 10° anniversario della scomparsa di Emanuele Luzzati che ha fatto risplendere le scene italiane e del mondo con i colori della sua tavolozza e l'arcobaleno della sua fantasia, nonché con il 200° anniversario della pubblicazione della novella di E.T.A. Hoffmann da cui deriva la trama del balletto, riscoprendone le ombre e le tinte forti spesso assenti dalle altre versioni e sottolineando il confine labile tra immaginazione e realtà.  segue

 

In questa versione, creata per Elisabetta Terabust e Vladimir Derevianko da Amodio nel 1989 durante gli anni d'oro dell'ATER Balletto di cui egli era all'epoca direttore, lo Schiaccianoci del titolo, non è il prodotto di un sortilegio, bensì della fantasia di una bambina la quale (come tutti i bimbi) gioca e parla coi suoi giocattoli, facendoli vivere anche nel mondo magico dell'immaginazione il cui confine con la realtà è labile: uno schiaccianoci può benissimo essere un principe, un'ombra sulla parete può diventare un drago in quel mondo dove desiderio e paura, sogno e incubo si sovrappongono in continuazione. Una rivisitazione in chiave psicologica del balletto normalmente popolato di fate, che lascia tuttavia intatto l'elemento fiabesco poiché nulla vi è di più magico della fantasia infantile. Lo Schiaccianoci di Amodio/Luzzati si rivolge a grandi e piccini e s'inserisce- conclude la nota -  nell'ambito dell'impegno personale di Daniele Cipriani a recuperare il repertorio italiano del balletto della seconda metà del '900. Questa produzione è una delle sue colonne portanti, esempio delle vette artistiche toccate quando alla robustezza del pensiero tedesco e all'anima russa che impregna la partitura, si uniscono anche l'estro e la fantasia italiani: la coreografia di Amodio, le scene e costumi di Luzzati, le "ombre" della compagnia Asina sull'Isola, gli inserimenti musicali di Giuseppe Calì volti a dare risalto all'odore sulfureo che, ogni tanto, s'insinua tra le note di Ciaikovsky. fonte com abstract


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