"Attraverso la definizione di questi percorsi – ha precisato l'assessore – si vuole anche favorire la socializzazione. Le persone affette da patologie croniche infatti, spesso a causa delle proprie ridotte capacità motorie, sono a rischio di peggioramento della propria disabilità e di ulteriore limitazione della partecipazione sociale. Mentre, è dimostrato, che possono trarre vantaggio da programmi di attività fisica e socializzazione dedicata. "Si stima che i soggetti da coinvolgere in particolare nell'attività fisica adattata sono molti – ha precisato l'assessore – e il numero cresce se si tiene conto del fatto che nella nostra regione è decisamente alta l'incidenza nella popolazione di over 65 che si mantengono in buona salute e che già in modo autonomo praticano attività per prevenire e stabilizzare patologie croniche non invalidanti".Nella delibera approvata dalla Giunta regionale sono stati individuati due tipi di percorsi: l'attività fisica adattata (AFA; come mal di schiena e sindromi algo-funzionali) e quella per la disabilità (AFD;impatto disabilitante severo ad andamento cronico come ictus cerebrale cronico, malattie demielinizzanti, Morbo di Parkinson e parkinsonismi, esiti di sostituzioni protesiche articolari degli arti inferiori ad oltre 1 anno dall'evento acuto). L'accesso - spiega una nota - a tali attività necessita solo della valutazione medica del medico di medicina generale o dello specialista nel caso dell'attività fisica adattata, mentre per l'attività per la disabilità è necessaria la valutazione di tipo clinico e funzionale da parte dell'èquipe riabilitativa del servizio territoriale. abstract fonte com