"Il Santo Padre, in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni del 2017 ha pubblicato un messaggio che ha come titolo: "Non temere, perché io sono con te (Is 43,5). Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo"– in esso sintetizza, con grande efficacia, il clima sociale del tempo che stiamo vivendo e proporre anche alcune strade pastorali per tutti noi: per i giornalisti ma anche per i lettori. Mi sento di poter dire che Francesco in questo breve messaggio indica almeno tre strade: la prima si caratterizza per la promozione di una "comunicazione costruttiva" che possa favorire un'autentica "cultura dell'incontro"; la seconda, invece, si contraddistingue con l'assoluta necessità di spezzare "il circolo vizioso dell'angoscia" e la "spirale della paura" che si alimenta fissando l'attenzione solo sulle "cattive notizie"; la terza, infine, si caratterizza per la doverosa attenzione alla "buona notizia" che è fonte di speranza e dal netto rifiuto, quindi, della logica "che una buona notizia non fa presa e dunque non è una notizia". Tutto dipende, invece, dice Francesco, dallo "sguardo" con cui guardiamo la realtà e dal modo con cui la raccontiamo e la divulghiamo. Queste tre strade che ho appena tratteggiato rimandano immediatamente al vostro lavoro quotidiano e al racconto giornaliero della realtà per chi, come voi – ha detto Francesco nel settembre scorso incontrando il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti italiano alla Sala Clementina – pubblicando notizie, scrive in un certo senso, ogni giorno "la prima bozza della storia". Il vostro lavoro ha dunque una funzione importantissima per la società ed è, al tempo stesso - ha aggiunto Card. Bassetti - un'attività estremamente delicata perché, se non c'è la dovuta professionalità e prudenza, c'è sempre il rischio di creare un clima d'opinione divisivo e conflittuale. Quando infatti Francesco parla di "cultura dell'incontro" e di spezzare la "spirale della paura" come non pensare, ad esempio, alla diffusione di tutti gli stereotipi negativi nei confronti dei migranti e dei rifugiati, dei forestieri e dei poveri che come disperati bussano alle porte dei Paesi economicamente più sviluppati? E allo stesso tempo, come non pensare alle semplificazioni estreme, ai giudizi affrettati o alla ricerca, talvolta, di un sensazionalismo che banalizza tutto pur di essere rumoroso e visibile? La promozione di una "cultura dell'incontro" nel giornalismo si caratterizza, dunque, prima di tutto, per una narrazione consapevole e responsabile del fatto che si sta raccontando; e poi, in secondo luogo, come disse in passato il Papa, dall' "amore per la verità". "Amare la verità – ha detto Francesco – vuol dire non solo affermare, ma vivere la verità, testimoniarla con il proprio lavoro". Parlare oggi di verità in un'epoca storica che alcuni hanno definito addirittura della "post-verità" potrà sembrare desueto e fuori luogo ma è, invece, di fondamentale importanza. Come credente, non solo come Vescovo, far riferimento alla Verità significa immediatamente parlare di Gesù che è maestro, via, verità e vita. Come semplice lettore di giornali la questione, oggi, si fa invece più complicata. Soprattutto per quello che riguarda l'informazione su internet. Pur non essendo un frequentatore della Rete, e uno strumento così ricco di risorse e innovativo, non posso non essere impressionato, però, da quello che leggo sulla diffusione, sempre maggiore, delle notizie inesatte che ormai hanno assunto un'incidenza pubblica di rilievo e hanno acquisito perfino un peso nelle elezioni politiche di alcune grandi nazioni. Non vi nascondo che la diffusione delle "bufale" – come si dice in gergo – è un fatto che mi addolora e mi preoccupa moltissimo perché una notizia talvolta inesatta non nasce da sola, ma è prodotta dall'animo di qualcuno che non soltanto non ama ardentemente la verità come dovrebbe ma, al contrario, desidera la falsità e la divisione tra gli uomini. "La mente dell'uomo – ha detto Francesco nel messaggio – è sempre in azione e non può cessare di 'macinare' ciò che riceve, ma sta a noi decidere quale materiale fornire". Ed è qui che voi giornalisti giocate un ruolo cruciale e, a mio avviso, insostituibile. Con la vostra onestà, professionalità e amore per la verità – lo ripeto: amore per la verità – avete le capacità, il discernimento e i mezzi per poter scegliere cosa raccontare e soprattutto come raccontarlo. Questo è un grande compito e una grande responsabilità che avete nei confronti di ogni donna e di ogni uomo che vi ascolta o vi legge. Per questi motivi, Francesco ha sottolineato l'importanza della "buona notizia". Non certo per addomesticare l'informazione ma perché la "buona notizia" è sinonimo di speranza. E la speranza "è la più umile delle virtù, perché rimane nascosta nelle pieghe della vita, ma è simile al lievito che fa fermentare tutta la pasta". Carissimi, vi saluto auspicando con gioia che Dio benedica tutte le vostre famiglie e che il patrono dei giornalisti, San Francesco di Sales, definito da papa Giovanni XXIII come "l'incarnazione della pietà sorridente e forte, in cui si fondono la poesia ingenua di san Francesco d'Assisi e l'amore chiaroveggente di sant'Agostino", vi protegga sempre nel vostro prezioso lavoro. + Gualtiero Card. Bassetti. -- fonte com. R.L. - CIS ha scelto di diffondere l'intero intervento di S.E. card. Bassetti