"E' il tempo vissuto da Gesù nel deserto..., tempo in cui permettiamo alla nostra anima, al nostro spirito, di far udire la propria voce perché la nostra parte più autentica e più vera, il bene che è dentro di noi, torni ad orientare la nostra vita». «Il digiuno che oggi abbiamo fatto (e mi auguro che sia così) – ha auspicato il presule – e l'austero segno delle ceneri sul capo, ci ricordano che nella nostra vita ci sono tanti affanni per cose inutili e poco essenziali. Sono invece necessarie quelle che portano a Dio, a noi stessi e al prossimo". Soffermandosi sul messaggio quaresimale di papa Francesco, il cardinale Bassetti ha invitato i fedeli «a non accontentarsi di una vita mediocre, a crescere nell'amicizia con il Signore. Per far questo il Santo Padre ci propone la parabola dell'uomo ricco e del povero Lazzaro. E noi ci lasciamo ispirare da questo testo dell'evangelista Luca che ci offre la chiave, dice Francesco, per comprendere come agire per raggiungere la felicità e la vita eterna, esortandoci ad una sincera conversione. La parabola – ha rilevato l'arcivescovo – presenta due personaggi principali, ma è il povero Lazzaro che viene descritto in maniera più dettagliata: egli si trova in una situazione disperata, come tanti poveri che incontriamo anche noi, e non ha la forza per rialzarsi, giace alla porta del ricco e mangia le briciole che cadono dalla sua tavola... Il ricco non ha nome (la ricchezza è anonima). Il povero porta un nome bellissimo, Lazzaro, che significa "Dio aiuta!". Il Signore fa di noi tanti Lazzari, perché possiamo essere aiutati da Lui, perché possiamo incontrare il suo volto misericordioso e aiutarci a capire che l'altro è un dono, che ogni vita che ci viene incontro è un dono e merita accoglienza, rispetto e amore! La Parola di Dio ci aiuti ad aprire i nostri occhi perché in questa Quaresima possiamo, davvero, incontrare Cristo vivo, nella Parola stessa, nei sacramenti e nel prossimo». fonte com R. L.