"La visita ci ha consentito di apprezzare il grande patrimonio culturale di questo territorio; acquisire consapevolezza circa il lavoro svolto da Ministero dei Beni Culturali, Forze dell'Ordine, Vigili del Fuoco, Protezione civile; fare esperienza della cura, passione e competenza con cui ora si lavora per restituire ai territori feriti dal sisma i segni della propria identità. La Giunta regionale tra l'altro – ha detto l'assessore Bartolini, come riportato in una nota –, proprio nella sua ultima seduta, ha provveduto ad ampliare ed aggiornare la convenzione che mette a disposizione del Ministero dei Beni culturali la struttura di Santo Chiodo. Una struttura, ultimata nel 2008, che è frutto di una scelta assolutamente positiva della Regione Umbria, compiuta dopo il sisma del 1997 con l'obiettivo di dotare il territorio di una struttura antisismica fornita di adeguate attrezzature e che ora si sta dimostrando preziosa non soltanto per dare ricovero alle opere d'arte rimaste "senza casa" nei mesi scorsi, ma anche per procedere al loro restauro e dunque alla loro continua fruizione". "Santo Chiodo – ha proseguito Bartolini – è un luogo vivo, dove i cittadini, le associazioni culturali e sociali della Valnerina, ma anche studiosi ed appassionati, possono ritrovare il loro patrimonio storico-artistico e assistere "in diretta" ai lavori di restauro. Non è insomma un 'carcere' o addirittura un 'cimitero' delle opere, ma un cantiere che si mette a disposizione per la ripartenza e la ripresa dei territori colpiti. E non a caso è stato inserito dal Fai tra i siti da visitare e sostenere domenica prossimo 26 marzo". fonte com