«Dobbiamo pensare anzitutto - e' detto in una nota - alla responsabilità dell'olio dei catecumeni nel battesimo – ha sottolineato il porporato –. Siamo stati battezzati per essere popolo di Dio in cammino e costituire secondo la prima lettura del Terzo Isaia, "i poveri di Dio". Essi non sono una categoria sociale. Costituiscono invece il gruppo religioso, il "santo resto", che a causa della sua fedeltà al Signore viene disprezzato e confinato ai margini. Questa verità ci dice con chiarezza quanto noi siamo Chiesa del Signore, quanto siamo credenti, cioè anzitutto fedeli al battesimo e al discepolato. L'acqua del battesimo corse una volta, ma seguita misticamente a dover scorrere nella nostra vita fino all'ultimo respiro. Per i cristiani, il battesimo spesso rimane un fatto chiuso all'inizio della vita e non un cammino che la coinvolge totalmente. E troviamo perciò l'assurdo di migliaia e migliaia di cristiani che si sentono tali senza vivere il battesimo". Avviandosi alla conclusione, il Cardinale Bassetti, Arcivescovo di Perugia ha detto, come riporta la nota: "Carissimi, io sento il bisogno di dichiarare a voi e a me che le rese, le crisi, gli abbattimenti, gli scompigli, attribuiti speso a cose secondarie, sono il frutto della mancanza di una fede forte, sono il segno di una fede fragile e di una spiritualità povera che dobbiamo cambiare, se siamo credenti nell'unzione dello Spirito avvenuta nella nostra vita. E soltanto insieme, non da soli, potremo capire come resistono "i poveri di Dio" nelle prove, anche quelle più aspre». R. L.