Solo da ultimo – ha aggiunto Paparelli – anche alla luce della necessità di individuare sia il bacino dei lavoratori da reimpiegare, nell'ambito dei territori dell'area di crisi, sia con riferimento alla individuazione degli indirizzi di massima relativi alla gestione di processi di riconversione dell'area, la Regione ha informato i sindacati sui contenuti delle proposte regionali convocandoli ad un incontro che si è svolto il 24 maggio scorso, propedeutico alla riunione del Comitato istituzionale tenutosi lo scorso 29 maggio alla presenza di tutti i soggetti coinvolti. A seguito di tali incontri le organizzazioni sindacati – ha ricordato Paparelli - hanno rimesso una nota pervenuta il 1 giungo di cui la Regione ha tenuto conto ai fini della definizione degli indirizzi poi deliberati dalla Giunta regionale il 7 giugno e successivamente inviati al Ministero. Sorprendono, dunque le argomentazioni fornite oggi alla stampa da parte de sindacati, specie in un contesto in cui la Regione ha più volte rappresentato una chiara visione di politica industriale trasferita negli atti formali di indirizzo già a partire dall'istanza con cui è stato richiesto il riconoscimento dell'area di crisi complessa. Politiche industriali – ha evidenziato Paparelli - che mettono al centro delle strategie di sviluppo sia i temi di rilevanza settoriale, legali alla presenza di grandi imprese nei settori della chimica, della metallurgia e dell'agroalimentare, sia una forte attenzione alle 'pmi' locali. Altrettanta importanza viene attribuita ai temi di natura orizzontale che attengono alla qualità dello sviluppo e alla sua sostenibilità come gli investimenti ambientali, le misure per l'efficientamento energetico e dal punto di vista delle infrastrutture, una forte connotazione con i fabbisogni del sistema produttivo". fonte com