"Umbria Jazz chiude con un bilancio artistico molto positivo, frutto di un cartellone equilibrato che ha privilegiato il jazz ed anche economicamente oculato visto che abbiamo speso 150 mila euro in meno", ha sottolineato, tra l'altro, Pagnotta, ribadendo la validità delle produzioni originali, di scelte orientate alla sperimentazione (che tuttavia andrebbero aumentate, al pari degli spazi disponibili nei quali poter celebrare la kermesse - ndr), come ad esempio il concerto conclusivo all'Arena che vede protagonisti Egberto Gismonti e Stefano Bollani, artisti che fino ad oggi non si conoscono e cercheranno di incontrarsi sul filo delle note che solo l'effetto UJ sa creare. Che dire poi dell'esclusiva italiana Kraftwerk, del tributo a Monk, in cui, ha aggiunto Pagnotta, "ho visto gente piangere", che dire ancora del duo Wilson-Nash, della notte dedicata a Tenco, dei concerti con la musica di Gil Evans con Paolo Fresu, di Brian Wilson con 2.500 spettatori, della sinergia con il conservatorio di Perugia. Il diretto artstico ha ammesso "una flessione ce l’aspettavamo, ma c’è stato anche un costo artistico inferiore. Qui si fanno concerti jazz con più paganti che a Milano o Roma e il jazz, è bene ricordarlo, non è una musica di massa".Benchè nel 2016 solo con la presenza di Mika siano stati venduti 5.584 biglietti in più, con buona pace dei social, quest'anno UJ ha mobilitato circa 2 milioni di utenti per la visualizzazione dei contenuti sui suoi canali, con più di 60 eventi documentati dal vivo e raccontati attraverso oltre 4000 post, tweet e foto. Su Facebook sono stati quasi 500.000 interazioni e 100.000 tra like e condivisioni, con la pagina ufficiale che ha raggiunto i 109.000 likes. I video live hanno avuto quasi un milione di visualizzazioni con oltre 30 ore di diretta streaming. Grande coinvolgimento anche degli artisti, che hanno commentato, retwittato e condiviso contenuti sui propri canali social. Il sito internet www.umbriajazz.com ha fatto registrare circa 100.000 visite e 500.000 visualizzazioni. Ma nel bilancio entrano pure le riflessioni, ribadite dal direttore artistico che l'attività musicale "in Italia e in Europa è in calo" e che la crisi c'è ancora. Oggettivamente, poi, per le date individuate (quelle di Umbria Jazz sono sempre fisse - ha tuonato Pagnotta - rispondendo ai giornalisti che sollevavano dubbi sull'opportunità che Spoleto Festival 2017 si sovrapponesse, quest'anno addirittura completamente -ndr) alcuni artisti erano già impegnati, come ad esempio Sting.
Altro aspetto sottolineato, la bontà delle relazioni strette con le istituzioni della Cina, utili ad incrementare una sorta di import-export del format Umbria Jazz. D'altra parte, l'attività internazionale del festival nella promozione del jazz e della cultura italiana all'estero è uno dei punti della legge, approvata alla Camera e presto in discussione al Senato, che riconosce a Umbria Jazz il ruolo di manifestazione di interesse nazionale. Se tutto andrà come deve, dal prossimo anno potrebbero arrivare contributi statali ingenti e tali da far guardare al futuro con più serenità. E parlando di futuro, accanto al riconfermato impegno da parte delle istituzioni, Umbria Jazz continuerà a valutare la sostenibilità di grandi eventi, anche al di fuori del jazz "ortodosso", per aggiungere altre star al suo già ricco percorso artistico.
Un altro capitolo importante è stato quello della sicurezza. Umbria Jazz, è stato detto, ha inevitabilmente risentito, anche se non è facile quantificare in che misura, dei provvedimenti adottati. Misure obbligate e necessarie delle quali sono stati ringraziati gli organismi preposti, avendo più tempo a disposizione rispetto a quest'anno, l'auspicio espresso, pensiamo che in futuro si potrà ragionare insieme per modellare ancora meglio queste soluzioni. fonte com