L'Umbria è infatti ricca di località di grande valenza artistica e dal fascino autentico. Sono numerosi i set naturali che ben si prestano a produzioni cinematografiche o audiovisive. A ciò si affianca la possibilità di girare in interno nei numerosi teatri di prosa, a costi più contenuti rispetto a quelli di altre location italiane. Il cinema per noi – ha proseguito l'assessore - significa promozione turistica, ma anche un pezzo di quella economia che può contribuire alla ripresa della nostra Umbria. Il fatto che questo film andrà in onda su Rai 1 in prima serata, con richiami all'Umbria, rappresenta un fattore importante, perché abbiamo bisogno anche di questo per far riprendere il turismo. D'altra parte – ha proseguito - il legame tra l'Umbria al Cinema è un legame antico e prestigioso. Grandi registi, da Fellini a Benigni, hanno scelto l'Umbria come set per i loro film". "Solo nell'ultimo anno – ha ricordato Paparelli -, dopo il successo delle fiction di Don Matteo e Luisa Spagnoli, l'Umbria ha ospitato significative produzioni internazionali come, ad esempio, il film italo-francese 'L'Amico', sulla vita di San Francesco girato nella zona del Monte Cucco, la serie televisiva olandese dedicata all'enogastronomia, dal titolo Pluim's Eetbare Wereld, realizzata nel tuderte, e due serie Sky: Quattro Ristoranti con Alessandro Borghese ad Orvieto e un docu-reality di Foxlife ambientato tra Perugia e Città della Pieve. A questa prestigiosa lista ora si aggiunge il film di Luca Manfredi girato tra Terni, Narni, Amelia, Carsulae, Avigliano Umbro e Spoleto. In Umbria – ha concluso l'assessore –, oltre che come set naturale, le produzioni cinematografiche possono fare affidamento su uno sviluppo crescente di infrastrutture, sia nella fase di produzione e postproduzione della pellicola, sia su una rete di supporto alle produzioni attraverso la disponibilità di professionalità settoriali locali". "In questo film – ha detto Luca Manfredi – ho voluto raccontare un periodo importante della vita e della formazione di mio padre, quegli anni giovanili che lo hanno portato a scoprire la sua grande vocazione artistica. Un periodo, che va dal 1939 al 1959, in cui sono emerse le sue qualità ed il suo talento. Anni di sacrifici e delusioni che non hanno mai minato la sua passione. Non si tratta di un film celebrativo su Manfredi – ha aggiunto -, piuttosto si tratta della storia di un ragazzo che venendo dalla Ciociaria ha saputo, anche grazie alla sua caparbietà, raggiungere il successo". "Abbiamo ritenuto importante raccontare le tappe che hanno portato alla nascita di un grande artista partendo dal suo approccio alla vita, sempre sostenuto da una immancabile ironia e da uno sguardo sognante – ha detto Elio Germano -. Un approccio che gli ha consentito di sconfiggere la morte, la malattia e la guerra con 'leggerezza'. Una specificità che ha mantenuto per tutta sua esistenza". "Abbiamo lavorato ad un film corale – ha affermato Miriam Leone – attraverso il quale tutto il cast ha voluto rendere omaggio ad un artista straordinario". Il film si focalizza sugli anni giovanili dell'attore, quelli che vanno dalla giovinezza al debutto nel cinema, passando per il periodo trascorso in Sanatorio, gli studi di giurisprudenza, l'Accademia d'arte drammatica, l'approdo nel teatro di rivista fino alla consacrazione definitiva arrivata con la partecipazione a 'Canzonissima', offrendo così un ritratto inedito e privato dell'artista ciociaro. Nel cast anche Stefano Fresi, Duccio Camerini, Anna Ferruzzo, Leo Gullotta, Giorgio Tirabassi e Massimo Wertmuller. Il film è prodotto da Rai Fiction – Compagnia Leone Cinematografica, prodotto da Francesco e Federico Scardamaglia e si avvale delle musiche di Nicola Piovani. fonte com Mc