"Alla nostra regione, inoltre, viene da sempre riconosciuta la capacità di assicurare investimenti in strutture e tecnologie, utilizzando risorse in autofinanziamento e impiegando fondi della programmazione sanitaria nazionale", Barberini ha evidenziato che "nel corso degli anni, il saldo è di mobilita' dei pazienti e' stato sempre stato positivo, anche nel 2016, quando è stato assicurato un saldo netto (differenza tra mobilità passiva e attiva) positivo, di circa 13, 5 milioni di euro: un risultato difficile da conseguire per le piccole regioni che, per motivi di adeguatezza ed economicità, non hanno un'offerta sull'elevatissima specializzazione per evidenti ragioni di massa critica e, in questo quadro, l'Umbria è l'unica a realizzare tali risultati positivi". In tale contesto, l'assessore sottolinea anche che "in Umbria il calo della mobilità attiva è riconducibile, per circa il 50% a una contrazione dei volumi di attività delle strutture private presenti nel territorio regionale, mentre nelle altre regioni italiane l'incremento della stessa è attribuibile alla componente privata (operazione, peraltro, soggetta a verifica circa la legittimità del superamento del tetto di spesa, introdotto dal 2011) e con ricoveri per la maggior parte inappropriati". "Nonostante l'elevata qualità del sistema sanitario umbro, costruita in questi anni – ha concluso Barberini – non ci accontentiamo di certo e continueremo a lavorare per dare risposte sempre più adeguate ai bisogni di salute dei cittadini e migliorare la qualità dell'assistenza e delle prestazioni sanitarie erogate, puntando sulle reti, sull'innovazione, sull'integrazione fra ospedali e territorio, sull'abbattimento delle liste di attesa, sulla presa in carico totale dei pazienti. Il nuovo Piano sanitario regionale, che scriveremo con il contributo dell'intera comunità regionale, ha proprio questo obiettivo". Abstract fonte com