"Bisogna costruire una cittadinanza universitaria – ha sottolineato Monia Andreani – che sia inclusiva per tutti e per tutte le diversità e basata su percorsi d'interazione tra persone e processi che non siano standardizzati, ma che si costruiscano nel tempo. OpenLab – ha spiegato– è un progetto aperto e in continua evoluzione, orientato verso i bisogni degli studenti. Non si tratta di un ufficio, ma di un team che li accompagna in tutta la carriera universitaria – ha precisato – partendo dall'orientamento fino alla laurea, con l'obiettivo di fornire specifiche tipologie di sostegno, necessarie per svolgere con profitto il proprio corso di studi. Il team, attraverso i loro servizi, e grazie alla collaborazione di tutte le Aree dell'Ateneo, permette agli studenti di avere un'organizzazione dello studio tale da metterli in condizioni di poter dimostrare al meglio le proprie competenze".Maura Marcheggiani, studiosa di Diritto Internazionale alla Stranieri, ha invece affrontato alcuni importanti passaggi della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, adottata dall'Assemblea Generale dell'ONU nel 2006 e ratificata in Italia nel 2009. "La convenzione – ha spiegato Marcheggiani – adottata da 192 paesi rappresenta il primo grande trattato sui diritti umani. Si tratta di un documento di grandissima importanza per la promozione di una nuova cultura riguardo alla condizione delle persone con disabilità e delle loro famiglie".Di diversità declinata all'accoglienza e alle buone pratiche hanno dibattuto Matteo Palombaro e Valentina Severoni, che hanno definito una missione quella di accogliere gli studenti, come una sorta di percorso, che richiede sensibilità e alte competenze, da costruire quotidianamente. Fonte com