Il testo del disegno di legge regionale è stato messo a punto con l'attività di un gruppo di lavoro, avvalendosi principalmente della collaborazione di dirigenti e funzionari della Direzione Governo del territorio e di alcuni esperti esterni in materia urbanistica, tenendo conto di segnalazioni e problematiche rappresentate dalle categorie sociali e dal mondo delle professioni. Il disegno di legge si propone di contribuire a raccordare la fase di ricostruzione con quella dello sviluppo delle aree maggiormente colpite dal sisma – anche mediante uno strumento strategico, il Master Plan della Valnerina - e intende utilizzare la ricostruzione come occasione di riqualificazione del territorio e degli insediamenti, dal punto di vista paesaggistico e della sostenibilità ambientale, nonché di valorizzazione delle attività economiche, specie quelle che connotano il territorio stesso e ne rappresentano le maggiori qualità. Il disegno di legge proseguirà il proprio iter per arrivare alla definitiva approvazione, da parte del Consiglio regionale, nel più breve tempo possibile. Sono previsti incontri sul provvedimento sia nell'ambito del Tavolo della ricostruzione, che vede la presenza dei rappresentanti delle imprese, dei sindacati e della rete delle professioni, sia con gli enti locali interessati. Una analoga iniziativa, cui sono stati invitati tutti i Sindaci dei Comuni dell'Umbria, i Presidenti delle Province di Perugia e Terni e l'ANCI Umbria, si svolgerà lunedì 5 febbraio, alle ore 9,30, nella Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica, a Pila di Perugia.
Fra gli obiettivi principali obiettivi vi è anche quello della riduzione della vulnerabilità sismica e del rafforzamento, con gli strumenti e le scelte disponibili nel campo delle attività edilizie ed urbanistiche, del senso di sicurezza, della percezione di sicurezza delle popolazioni, al fine di scongiurare ogni possibile fenomeno di abbandono e porre le condizioni per un convinto e sereno radicamento della residenza e delle attività economiche in un territorio che vede ripetersi con frequenza eventi sismici molto rilevanti. Viene affrontato in varie fattispecie il tema delle delocalizzazioni laddove le condizioni delle aree di sedime attuali di edifici e insediamenti, anche a seguito di indagini aggiornate, non sono motivatamente in grado di garantire sicurezza o laddove la delocalizzazione consenta di incrementare la sicurezza degli insediamenti e degli spazi pubblici. Dal punto di vista urbanistico non si prevede l'istituzione di nuovi strumenti. Per tutti i Comuni del cratere si prevede un migliore raccordo con la pianificazione di protezione civile. Per i Comuni maggiormente colpiti si prevede un utilizzo più snello e flessibile degli strumenti esistenti, raccordando espressamente alcune procedure e riconducendo alcune pareri in seno alla Regione, anche mediante conferenze di servizi, in modo da comprimere i tempi delle procedure, senza sacrificare i processi di partecipazione. Viene imposta la contestualità della parte strutturale dei piani con quella operativa. Particolare attenzione viene posta alla ripianificazione, per riqualificare e mettere a sistema le aree trasformate a seguito del sisma e delle attività svolte nella fase di emergenza. Dal punto di vista edilizio si prevedono con diversi gradi di flessibilità interventi che riguardano l'assetto planivolumetrico degli edifici (aree di sedime, sagome, varianti del numero dei piani etc.), con particolari attenzioni anche alle fattispecie di edifici che presentano contiguità strutturale con altri immobili. Un ulteriore elemento di novità del disegno di legge è quello che consente l'utilizzo temporaneo a fini abitativi delle pertinenze degli edifici. fonte com