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Martedì 06 Febbraio 2018 15:37

Umbria, Toscana e Marche pronte a chiedere al Governo ulteriori forme di autonomia. Si punta a Macroregione?

da Umbriajournal.com da Umbriajournal.com

(CIS) – Perugia feb. - - La Giunta regionale, attraverso un documento predisposto dall'assessorato alle riforme istituzionali, ha avviato la discussione per l'attribuzione alla Regione Umbria di ulteriori forme e condizioni di autonomia ex art. 116, terzo comma della Costituzione. L'intenzione è quello di costruire un percorso condiviso e comune con le Regioni Toscana e Marche, che potrà essere successivamente allargato anche alla Regione Lazio, e dunque di istituire un Tavolo di lavoro unitario per il confronto con il Governo nazionale. A questo proposito nei prossimi giorni l'assessorato ha ricevuto il mandato di coordinare gli atti formali necessari con Marche e Toscana che saranno adottati nelle prossime sedute di Giunta, trasmessi per l'approvazione all'Assemblea Legislativa in modo da poter presentare l'istanza al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per gli affari regionali e dunque attivare il Governo nei sessanta giorni successivi al ricevimento. "Per anni il leit – motiv che ha contraddistinto l'azione regionale è stato quello della "regione leggera" – sottolinea il documento dell'assessorato -. L'obiettivo della regione leggera, in questi anni è stato obiettivamente raggiunto mediante la diminuzione degli assessori e dei consiglieri regionali; la drastica riduzione dell'apparato regionale e delle sue agenzie; il contenimento del numero delle società partecipate; la riforma delle province; la liquidazione delle comunità montane; l'accorpamento delle aziende sanitarie; l'abbattimento dei costi della politica. Gli osservatori politici locali seguono con attenzione l'evolversi del dibattito politico che potrebbe portare ad una macroregione. segue

 

Dalla "regione leggera" bisogna però passare alla "nuova regione", visto che oggi le regioni appaiono come macchine bloccate, e molti di questi blocchi vengono dal rinvigorito centralismo che taglia risorse ed aumenta il proprio peso di decisione sulle politiche regionali". "Questo – prosegue il documento dell'assessorato regionale alle riforme - è un dato che ha contribuito a spingere le regioni del Nord a chiedere un nuovo patto con lo Stato centrale. Alcune (quelle del lombardo-veneto) hanno imboccato la via referendaria; altre (l'Emilia-Romagna) la strada costituzionale individuata dall'art. 116 della Costituzione". Infatti l'art. 116 prevede, in sostanza, che le Regioni possano ottenere una maggiore autonomia legislativa ed amministrativa su materie di vitale importanza per i territori, quali beni culturali e paesaggio, ambiente, governo del territorio, turismo, diritto allo studio, formazione ed istruzione, università, sviluppo economico, sanità e welfare. A questo proposito il governo nazionale sembra aver posto due condizioni. La prima, è che le Regioni per potersi sedere al tavolo del negoziato debbano avere i conti a posto; la seconda è che l'attribuzione di maggiore autonomia legislativa ed amministrativa non debba minare il fondamento dell'unità giuridica ed economica dalla Nazione. fonte com


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