Nei confronti dell'infedele professionista venivano ipotizzati i reati di appropriazione indebita (art. 646 Codice Penale) e falsità in scrittura privata (art. 485 Codice Penale). Successivamente le "Fiamme Gialle" hanno eseguito una verifica fiscale al fine di sottoporre a tassazione i proventi illecitamente percepiti dalla stessa. Le ulteriori attività condotte hanno permesso di appurare come l' amministratrice avesse in seguito continuato a compiere una serie di atti illegittimi e fraudolenti su beni propri ed altrui, al solo fine di rendere inefficace la procedura di riscossione coattiva azionata dai competenti organi dell'Amministrazione Finanziaria. In particolare, e' stato riscontrato come la stessa avesse mutato il regime patrimoniale della propria famiglia da comunione a separazione dei beni, e successivamente avesse fittiziamente trasferito la propria residenza in un luogo diverso da quello del marito e si fosse spogliata delle proprie proprietà immobiliari e di un autovettura ceduta al proprio coniuge, rimanendo, almeno sulla carta, nullatenente. Le condotte illecite sopra descritte, ricostruite dai militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria in collaborazione con i colleghi della Sezione di P.G. aliquota G. di F. hanno permesso al Procuratore Capo della Repubblica, che ha coordinato personalmente le indagini, di richiedere ed ottenere dal competente GIP presso il Tribunale di Terni il sequestro preventivo di beni finalizzato alla confisca "per equivalente" per un importo di oltre 184.000 euro, al fine di poter far fronte alla pretesa erariale. Pertanto, alla predetta amministratrice, responsabile del reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte (art. 11 del D.Lgs. 74/2000), venivano sequestrate quote di fondi comuni di investimento e un immobile di pregio sito in Terni, intestato fittiziamente al coniuge, fino all'ammontare della misura ablatoria richiesta. abstract fonte com