"Uno strumento che deve garantire una fruizione integrata delle risorse naturali, che rappresentano una vera ricchezza per l'Umbria, con una programmazione che la Regione ha predisposto fin dall'inizio e in ogni sua fase insieme alle istituzioni e ai portatori di interesse locali, facendo rete e coinvolgendo in questo processo anche l'Università degli studi di Perugia, con il Dipartimento di Scienze Agrarie, ambientali e alimentari, e l'Università dell'Aquila, con il Dipartimento di Ingegneria civile-Architettura ambientale, per portare avanti la sfida di dotare i nostri Parchi, istituiti nel 1991, di un Piano adeguato al contesto socioeconomico attuale, che garantisca lavoro e sviluppo e conservi quel patrimonio naturale di habitat, specie e biodiversità che ci contraddistingue". Redatti secondo le normative di settore, nazionali e regionali, i Piani dei Parchi umbri sono costituiti da vari documenti. Innanzitutto il Piano di gestione "che affronta l'organizzazione generale del territorio anche in relazione alle diverse destinazioni di uso con riferimento alle varie aree, ai sistemi di accessibilità e ai sistemi di attrezzature e servizi per la gestione e la funzione sociale del Parco, proponendo linee programmatiche di sviluppo e indirizzi e criteri per gli interventi su flora, fauna e ambiente naturale in genere". Ci sono il Piano pluriennale di Sviluppo socio-economico, le cartografi (vigente e quella proposta), "due elaborati specifici per la gestione del cinghiale: il Piano di gestione e il Regolamento per gestire la presenza di questa specie nelle aree protette". La documentazione del Piano si completa con tre elaborati relativi al processo di Valutazione ambientale strategica: Rapporto ambientale, Relazione per la Valutazione di incidenza ambientale e Relazione per la Sintesi non tecnica. "Durante il percorso partecipativo che ha portato all'elaborazione di questi documenti – ha detto l'assessore Cecchini – e che si è sviluppato anche con molti incontri nei territori interessati, a partire dall'analisi su punti di forza, debolezze e opportunità e dalla valutazione del contesto ambientale e socio-economico e dalle informazioni acquisite, sono stati individuati per ogni Parco gli assi di indirizzo del Piano, ognuno dei quali è stato declinato in obiettivi e trasformato in proposte progettuali per la gestione delle singole aree protette". Le proposte "rappresentano il punto di approdo della parte operativa del Piano pluriennale economico e sociale del Parco, con un approccio che coinvolge tutte le sette aree protette regionali, per dare impulso allo sviluppo dell'intero sistema regionale. Sono state ideate di concerto con gli attori istituzionali che attualmente gestiscono le Aree protette, tenendo conto anche delle numerose osservazioni ricevute dai portatori di interesse locali durante la fase di consultazione pubblica. Invitiamo tutti i portatori di interesse, pubblici e privati, a dare ancora il loro contributo alla costruzione del Piano, rafforzando le scelte e l'azione delle istituzioni per la gestione del nostro grande patrimonio naturale". fonte com abstract SB