In questi anni il Laboratorio ha svolto indagini sistematiche sull'influenza che i fattori ambientali, sia naturali che accidentali esercitano sui processi di deterioramento dei beni culturali, e sui metodi di intervento per prevenire e inibire alterazioni; si è occupato di sperimentazione e ricerca nella conservazione e nel restauro dei beni culturali, consulenza e assistenza scientifica per le amministrazioni pubbliche e ha lavorato alla costituzione di un archivio dei restauri dei beni culturali e alla redazione della "Carta del Rischio". Con Gruet, nel corso dell'incontro, sono intervenuti Vittoria Garibaldi e Pio Baldi, del consiglio di amministrazione del centro diagnostico spoletino, che con il presidente hanno presentato i quattro volumi che raccontano l'attività del Laboratorio. Riguardano: Musei dell'Umbria. Sperimentazioni diagnostiche per la conservazione, Conservazione dei beni culturali. Ricerche e Sperimentazioni di diagnostica non invasiva, UMBRIA: Patrimonio culturale a rischio. Esperienze e proposte per una politica di prevenzione, Dal recupero delle opere d'arte alla ricostruzione del contesto (1979, 1997). "Sono affascinata dall'attività svolta – ha commentato Paola Vittoria Santirosi, consigliere comunale di Spoleto, presente all'incontro per conto dell'amministrazione cittadina - e dal metodo scientifico utilizzato, che ben testimonia quello che possiamo chiamare il 'giusto fare'". Un'altissima professionalità che, ha ricordato Aldo Romani, docente di Chimica dei Beni Culturali, intervenuto in rappresentanza del Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie dell'Università di Perugia, "è il naturale risultato dell'evoluzione delle eccellenze del nostro Dipartimento, frutto di una proficua collaborazione con le istituzioni che ci auguriamo tutti possa proseguire". fonte com