La memoria e la stessa pratica dell'antico patrimonio musicale risulta ancora abbastanza evidente; queste eterogenee manifestazioni, pertanto, presentano un forte interesse in un'epoca di veloci e imponenti trasformazioni socioculturali, di estesi processi di mobilità, di frequente spaesamento e di collettive solitudini. Il lavoro si compone di un documentario in dvd e di due cd audio attraverso i quali, anche se con modalità differenti, si vuole dare un'idea della sfera acustica e presentare gli elementi chiave della ricerca: l'analisi della lingua e del dialettocome chiave di lettura per interpretare e leggere il territorio anche attraverso l'ascolto delrepertorio musicale dei canti tradizionali; della narrazione orale, dei riti funebri; degli spazi sonori del mito/rito del Venerdì̀ santo e del lessico della settimana santa fino alla lingua dei pastori. «Al Centro dell'attenzione di questa ricerca – ha spiegato Antonello Lamanna– ci sono state quelle varietà linguistiche di tradizione orale che l'abitudine ci induce a definire 'dialetti'. Si tratta, invece, di lingue 'naturali' affidate alla competenza dei 'parlanti' e non a grammatiche e apparati normativi codificati dall'esterno. La trafila dell'oralità su cui si basa la loro trasmissione, e che per secoli è stata la loro forza, col mutare dei modelli sociali e culturali e l'avvento di tecnologie che rivoluzionano i sistemi di comunicazione, rischia di diventare motivo di debolezza. Oggi, perciò è fondamentale riflettere – ha continuato Lamanna– sull'importanza di varietà linguistiche che hanno rappresentato un forte strumento di coesione, inscindibilmente legate all'interpersonalità dei rapporti, al gruppo e al territorio.Raccogliendo le testimonianze dei protagonisti, che rifiutano di interrompere la continuità generazionale – ha concluso Lamanna– alcune parlate, altrimenti condannate all'oblio, potranno forse tornare ad essere protagoniste» fonte com abstract