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Lunedì 11 Novembre 2019 15:40

Giornalisti: Martella, funzione dell'ordine cruciale per qualita' e indipendenza professione

(CIS) - Perugia nov. - 'La funzione dell'Ordine dei giornalisti rimane cruciale a tutela della qualità e dell'indipendenza della professione giornalistica''. Questa riflessione l'ha scritta di pugno in una missiva pubblica, il nuovo Sottosegretario all'Editoria Andrea Martella, evidentemente, sul fronte della libertà di stampa, più consapevole del suo predecessore, l'abolizionista Vito Crimi. Martella, la scorsa settimana, ha informato il Parlamento delle intenzioni programmatiche con le quali vorrebbe caratterizzare il suo specifico impegno ministeriale. Nelle sue parole pare che emerga un clima di maggior confronto fra le parti. Il rappresentante del Governo ha panoramicato sulla situazione economica e operativa di chi vive informando ed ha aggiunto riflessioni sulle realtà odierne e sugli auspici. Lo ha scritto in una nota il consigliere nazionale dell'Ordine dei Giornalisti, rappresentante dei colleghi umbri, Gianfranco Ricci. ''Da almeno un decennio una crisi finanziaria profonda ha assunto caratteri strutturali, soprattutto per la stampa quotidiana e periodica. A fronte di una diffusione dei quotidiani in Italia che si attestava a 5,5 milioni di copie nel 2007, sono oggi circa 2 milioni le copie giornaliere rilevate dagli ultimi dati FIEG. Sono andate perdute – ha scritto il sottosegretario Martella - quasi due copie su tre, con una tendenza che non mostra segni di inversione. Perfino il mercato delle copie digitali, che pure era considerato in crescita, si è mostrato in affanno. Le copie digitali vendute nel 2018 hanno subìto una flessione del 3,4% rispetto all'anno precedente''. ''Sul fronte dei ricavi pubblicitari i segnali sono analoghi. Nell'ultimo decennio, il fatturato pubblicitario si è ridotto del 71,3% complessivo, ad un ritmo maggiore del 10% l'anno''. segue

 

''In pochi anni, la "rivoluzione digitale" ha cambiato in profondità sia il modo di produrre l'informazione, sia le abitudini e le modalità di fruizione dei contenuti informativi da parte delle persone. Basti pensare al ruolo che il web e i social networks stanno giocando nel superamento della mediazione professionale del giornalista. Oggi, milioni di individui entrano quotidianamente in contatto con un flusso enorme di informazioni, che essi stessi concorrono a loro volta a creare, senza alcuna possibilità di valutarne il livello di affidabilità e di riconoscerne univocamente l'origine. E' importante vigilare perché l''informazione è un bene collettivo primario indispensabile per il funzionamento delle istituzioni democratiche. Nell'informazione si saldano due princìpi fondanti del nostro sistema costituzionale, che trovano pari tutela nell'articolo 21 della nostra Carta fondamentale: la libertà di pensiero e il pluralismo delle fonti. La libertà di pensiero, intesa come il diritto di ciascuno di manifestare la propria opinione, è condizione necessaria e imprescindibile per la sopravvivenza di un regime democratico. Ed è il pluralismo dell'informazione ad assicurare la formazione di un'opinione pubblica libera e criticamente fondata e dunque a garantire le condizioni stesse per il mantenimento dell'ordinamento democratico''. ''Se è vero - come affermato dalla Corte Costituzione, aggiunge Martella - che "l'informazione esprime non tanto una materia, quanto una condizione preliminare per l'attuazione dei princìpi propri dello Stato democratico' (sent. 29 del 1996), è la difesa di questa "condizione preliminare" il punto fermo che deve orientare – oggi più che mai - l'azione del pubblico decisore in presenza dei profondi mutamenti economici e tecnologici. Del resto, l'intervento pubblico a sostegno dell'editoria e del sistema dell'informazione non solo è giustificato, ma addirittura imposto al legislatore ai fini del rispetto del pluralismo, come la Corte ha ribadito con recente pronunciamento (sent. 206 del 2019). E' fondamentale il sostegno di tutti i soggetti che partecipano alla filiera editoriale. Mi riferisco, in primo luogo, a quella vasta e variegata rete di realtà editoriali locali che deve considerarsi - per volumi e diffusione - una fondamentale "infrastruttura" informativa del Paese. E' l'editoria di prossimità, che dà voce e visibilità alle comunità territoriali, il primo livello di produzione dei contenuti editoriali''. Dopo aver trattato altri temi come il crollo delle edicole (passate da 36mila nel 2001 a 15 mila attuali; scomparse 21mila edicole in 18 anni), merita ricordare all'attenzione "un progetto avviato sulla base di un protocollo d'intesa con l'Anci. E' il progetto orientato a consentire alle edicole di vendere anche servizi anagrafici, dando ai cittadini la possibilità di richiedere e ritirare certificati di nascita, morte e residenza senza recarsi in circoscrizione. Un'iniziativa che - all'esito della sperimentazione che si sta svolgendo in alcune città pilota (per esempio Firenze, Genova, Torino e da ultimo Roma) - potrebbe essere sviluppata ed estesa a tutto il territorio nazionale''. Infine i temi dei giornalsiti sotto scorta e la tutela dell'Inpgi e dei diritti previdenziali. Abstract fonte com


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