City Information Service | Direttore responsabile Piero Pianigiani

Sabato 16 Novembre 2019 13:34

Pellegrinaggio della curia di Spoleto in Terra Santa: volo charter EL AL decollato stamane

(CIS) – Perugia nov. – Con un volo charter El Al, compagnia aerea Israeliana, un gruppo di pellegrini (circa 140) organizzati dalla curia di Spoleto e guidati dal vescovo Mons.Renato Boccardo, e' partito alle 10,40, dallo scalo San Francesco di Assisi alla volta di Tel Aviv. I pellegrini resteranno in Terra Santa fino a sabato prossimo 23 novembre. Il pellegrinaggio e' stato organizzato dall'agenzia Novaitinera di Perugia che ha accolto il gruppo nella sala riunione dello scalo umbro. Rigidi i controlli di sicurezza, effettuati anche da personale della compagnia israeliana, oltre a quelli italiani e dalla polizia di Frontiera. Andare pellegrini in Terra Santa significa mettersi in cammino e fare del viaggio fisico un "cammino dell'anima". Nell'antichità il pellegrinaggio, soprattutto in Terra Santa, aveva più che altro – e' scritto nel sito della archidiocesi spoletina - una funzione penitenziale, dovuta in parte alle difficoltà che una tale missione comportava: viaggi lunghi e difficili, scomodità, problemi politici e così via. I pellegrini erano animati da una fede molto profonda ed erano preparati persino a morire, cosa che, a volte, succedeva durante il loro viaggio. Il pellegrinaggio era, infatti, anche l'occasione per espiare le proprie colpe, espiazione che veniva simbolicamente esplicata attraverso la sostituzione della veste civile con quella del pellegrino, espressione appunto di questa volontà. Oggi, con le comodità della vita moderna, con gli alberghi di lusso e i veloci mezzi di trasporto, si è perso quell'aspetto esteriore della penitenza ed il pellegrinaggio si converte spesso in viaggio turistico, persino per quelli che lo intraprendono per motivi strettamente religiosi. La verità è che non è facile essere pellegrini. segue

 

La cosa più importante del pellegrinaggio in Terra Santa è la decisione interiore di rispondere alla chiamata dello Spirito – e' scritto ancora nel sito - in modo personale, come discepolo di Gesù. Pertanto, il pellegrinaggio è anche "cammino di conversione": il pellegrino ha cioè l'opportunità di vivere l'esperienza del figliol prodigo, di colui che conosce il peccato, la durezza della prova e della penitenza ed il sacrificio del viaggio, ma che conosce anche l'abbraccio del Padre pieno di misericordia che lo riconduce alla vita (cf. Lc 15,24). In questo processo di "cambiamento di vita" per orientarla verso Dio, sarà necessaria la partecipazione al sacramento della riconciliazione, in cui il pellegrino si rende conto del proprio peccato, confessa la sua colpa e riceve la grazia e la misericordia del Signore". abstract fonte com altro SERVIZIO IN PAGINA 


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