Martedì 03 Dicembre 2019 16:22

Violenza contro le donne: Corso di formazione per Giornalisti organizzato dall'Ordine

(CIS) – Perugia dic. - Un bel Corso di Formazione allestito dall'Ordine umbro dei giornalisti, dalla Regione Umbria, dal Comitato per le pari opportunità e dall'Asu si e' svolto sabato scorso nella sede dell'assemblea regionale umbra. I temi. la clamorosa carenza della parità di genere, la violenza contro le donne, il fragile concetto dell'uguaglianza fra le persone, l'aggressività del linguaggio nei media e nella più ampia vita sociale. Il corso e' stato aperto da Maria Pia Fanciulli (vice presidente dell'Ordine regionale) e coordinato da Vanna Ugolini, consigliera umbra. Il collega Gianfranco Ricci, consigliere nazionale dell'Ordine ha ritenuto opportuno in una sintesi, raccontare sul confronto a più voci che si è protratto per quasi cinque ore. Anche perché le tematiche affrontate sono così calde, attuali e angoscianti che davvero è importante quantomeno sottolinearle , se non altro come motivi di riflessione non solo per chi fa il mestiere del raccontare, ma per chiunque avverta l' urgenza di misurarsi con le degenerazioni socio-culturali che ignorano la parità dei generi o addirittura la irridono. E indispensabile opporsi a quelli che – scrive Ricci - facendo spallucce di fronte alla violenza sulle donne, parlano delle aggressioni sessuali come di un divertente giochino di società . Serve reagire con durezza quando cercano di creare disagio i parecchi che sghignazzano sull'uguaglianza fra le persone e sulla necessità dell'inclusione . Dilagano, anche sui giornali purtroppo, dinamiche tutt'altro che incoraggianti. Talora – hanno osservato i relatori del Corso – ''si trattano certi delicati argomenti con superficialità o supponenza, senza meditare sulle conseguenze di una faciloneria che determina lassismi e cattive abitudini, sia cronistiche, sia più semplicemente linguistiche. Davvero – si è insistito- qualche volta le parole sono pietre''.  segue

Sottolineata , inoltre, la jungla lessicale che, nell'ambito di certi Social, caratterizza''i più assurdi modi di mandare in scena descrizioni o dettagli che straziano la dignità delle persone, specialmente delle donne ''. Tutto storto? Belle ventate di più fresca fiducia arrivano, in effetti, non soltanto da quei larghi settori del giornalismo che, anche con Corsi come questo, agitano la bandiera di una diversa civiltà, ma pure dai tanti giovani che manifestano la voglia di far barriera contro l'arroganza linguistica e narrativa. Un buon esempio l'hanno proposto in aula e decine di studenti che, al termine del confronto complessivo, hanno fornito, addirittura, con scenette dialoganti, dimostrazioni di consapevole maturità. E quindi di incitamento. E' evidente che dai giovanissimi si può e si deve partire per modificare un andazzo che – secondo statistiche lette dai competenti relatori – è raggelante: ''Una donna su quattro subisce violenza. Non soltanto sessuale, ma...semplicemente fisica (percosse) o psicologica . Molte sono mogli, fidanzate o ex. La loro età va dai 14 ai 65 anni. Il 21% sono studentesse. Parecchie donne turbate o assediate dagli eccessi maschili operano nelle redazioni. In senso più lato e più tragico emerge un quadro terrificante: quasi 200 all'anno sono i femminicidi. E molto spesso la narrazione dei femminicidi o di altro tipo di violenza rivela accenni di intollerabile maschilismo. Quasi a sussurrare il sospetto che quelle donne ammazzate se la siano cercata con parole, atteggiamenti o eccessi di libertà individuale''. Sono stati forniti tanti elementi per riflettere, capire, annunciare propositi. Incalza l'esigenza di una diversa cultura. E dove non arriva la pienezza culturale è giusto che si collochi la mano ferrea della legge, come ha rilevato il Procuratore della Repubblica Fausto Cardella, lineare ricostruttore delle tappe che dal 2009 in poi hanno spinto il Parlamento dapprima a individuare il nuovo reato di stalking (atti persecutori), quindi a prevedere misure cautelari per il persecutore che, in caso di ulteriore menefreghismo, può anche essere incarcerato.''. Ha aggiunto Cardella: ''Dal luglio 2019 vige il Codice rosso, che per le Forze dell'Ordine e i magistrati prevede urgenza di interventi (entro 3 giorni dalla segnalazione, l'immediato divieto di avvicinamento alla perseguita (da 6 mesi a 3 se si sgarra) e pene durissime, da 8 a 14 anni, se la vittima viene deformata nel viso.''.Un'ulteriore ''conquista forte'' riguarda la drastica punizione di un'odiosa abitudine ormai parecchio diffusa: ''la divulgazione illecita di immagini fortemente esplicite. Immagini propalate senza il consenso della persona ritratta''. La cronaca - si sa – ci racconta spesso che molte di queste immagini vietate riguardano donne, spesso molto giovani, riprese in intimità e poi, per vendetta, date in pasto alla più ampia morbosità. Ora chi esercita la nobile funzione della giustizia non solo può, ma anche deve, intervenire con indispensabile asprezza contro chi sfregia telematicamente la bellezza di un sorriso regalato e di un generoso o innamorato abbraccio . Di Gianfranco Ricci

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