Dalla caduta dell'impero romano d'Occidente alle esplorazioni verso i nuovi mondi. Invasioni, fusioni e convivenze: dalla disgregazione della civiltà romana alle lunghe, epocali marce dei "barbari". Fino al sogno svanito di Giustiniano di ricostituire nella sua totalità un impero mediterraneo. E alla stupefacente espansione dell'Islam: genti nomadi delle carovane capaci di fondare una civiltà urbana. E poi la rinascita spirituale dell'Europa. La Chiesa e l'Impero. Nuove eresie e lotte per la supremazia. Normanni e Svevi. Il regno di Sicilia. I pellegrini crucesignati diretti in Terrasanta. La febbre delle Crociate. I Templari e gli altri ordini religioso-militari e i "regni d'outremer" le cui alterne vicende segnarono e segnano ancora l'immaginario collettivo dell'Occidente. Scoperte straordinarie unite a rivoluzioni marittime e commerciali. Una storia tessuta dalle rotte di navi latine, islamiche e bizantine. Il grano, l'olio e il vino. Le spezie e l'oro. Un mosaico di stati cristiani e islamici. L'ascesa impetuosa delle repubbliche marinare. La guerra di due secoli tra angioini e aragonesi per il controllo del bacino occidentale. L'apertura verso mondi nuovi e lontani, con l'Oriente dai mille tesori, infinito e misterioso, con cui però tessere rapporti nel segno di una prima, vera e propria globalizzazione economica ante litteram. Poi la "peste nera", la crisi demografica. Mutamenti epocali, che da ovest ad est soffieranno dalla Spagna della "Reconquista" all'ascesa turca che culminerà, alla fine del maggio 1453 con la caduta di Costantinopoli. Un Medioevo mediterraneo per molti versi sorprendente, tra gli splendori dell'arte, le università, la poesia, le lingue nuove e le letterature. Una storia uomini e donne sconosciuti mescolati ai grandi protagonisti di vicende secolari. Da Gibilterra alla Siria, passando per l'Italia del sud e l'Egitto: pellegrini e pirati, mercanti e navigatori, missionari e avventurieri. Popoli del mare che hanno segnato in modo indelebile - conclude una nota - la storia del Mediterraneo, "forse il più dinamico luogo di interazione tra società diverse sulla faccia del pianeta" secondo il grande storico britannico David Abulafia. Così la memoria profonda del "Mare della Storia" riappare da secoli, in modo periodico, come le maree, anche nelle cronache quotidiane della società contemporanea.Il Festival del Medioevo 2020 la evoca attraverso l'immagine scelta per il manifesto che presenta la sesta edizione: un volto senza tempo, fascinoso ed enigmatico. È quello del "Satiro Danzante", una statua greca del IV secolo avanti Cristo, della scuola di Prassitele, riemersa alla fine degli Anni Novanta del Novecento nelle acque della Sicilia occidentale, tirata su, insieme ai pesci, dalle reti gettate dai pescatori di Mazara del Vallo: i capelli scolpiti nel bronzo mossi dai conosciuti ma mutevoli venti del Mediterraneo. E uno sguardo che sfida i secoli. abstract fonte com