(CIS) – Perugia feb. - Scatta dal primo aprile l'ipotizzato ''foglio rosa'' per aspiranti pubblicisti che desidereranno iscriversi all'Ordine dei giornalisti. E' quindi prevista l'iscrizione ad un registro che annota il cammino professionale. La decisione, in autoriforma, è stata presa, a larga maggioranza, dal Consiglio Nazionale che ha agito d'intesa con la Consulta della presidenze regionali. E' una rivoluzione delle regole fissate nel 1963 dalla legge istitutiva dell'Ordine, quando il giornalismo italiano registrava dinamiche (qualitative e quantitative) totalmente diverse. Lo scrive in una nota ai colleghi e a quanti aspirano al pubblicismo, Gianfranco Ricci consigliere nazionale dell'Ordine. La rivoluzione e' dettata dalla necessità di migliorare i profili professionali dei nuovi entranti. Si punta a garantir loro, soprattutto sul fronte deontologico, una preparazione ormai fondamentale. Fino ad ora – ha aggiunto Ricci - la regolarità dell'itinerario richiesto all'aspirante pubblicista veniva verificata dai Consigli regionali sono al termine del biennio. D'ora in poi il giovane che aspira dovrà annunciare fin dall'inizio l'avvio del cammino che lo condurrà al conseguimento del tesserino che ne riconosce l'impegno maturato nel corso dei mesi. Sarà, dunque, iscritto in un registro che , via via, annoterà le sue dinamiche: non solo le collaborazioni e la relative retribuzioni, ma anche la presenza ad un corso gratuito (20 ore nel biennio, corrispondenti a 20 crediti formativi.) che dovrà porlo in condizioni di misurarsi con l'indispensabilità delle regole nel contesto di un mestiere oggi talora ferito da qualche andazzo un po' junglesco. segue
Sono tenuti ad iscriversi al registro - continua la nota di Ricci - (ma solo per il tempo che resta fino al compimento dei prescritti 24 mesi) anche coloro che hanno iniziato il percorso dal primo gennaio 2019, mentre è esentato chi ha avviato la pratica in data antecedente. E' evidente che la nuova misura ha una duplice funzione: per un verso pone i giovani futuri giornalisti in condizione di sentirsi professionalmente più certi delle loro capacità operative; in secondo luogo garantisce al cittadino-utente la certezza che chi affronta ufficialmente il mestiere del raccontare ha alle spalle una più consolidata attrezzatura culturale. fonte com