City Information Service | Direttore responsabile Piero Pianigiani

Mercoledì 13 Maggio 2020 17:27

Coronavirus/Marche: presentato Tsunami. Capofila Regione Toscana con Campania, Lazio, Umbria e la Sanità militare

(CIS) - Ancona, mag.- Le Marche quindi come soggetto insieme alla Toscana capofila (con le altre regioni che hanno aderito cosi' anche l'Umbria) per la sperimentazione con il siero dei guariti da Coronavirus, insieme alla sanita' militare.  "Non abbiamo descritto cure miracolose, ma opportunità suffragate da rigore scientifico. L'atteggiamento della Regione è sempre stato quello di aprirsi a qualunque opportunità e soluzione positiva, per metterle a disposizione - ha detto il presidenteCeriscioli - del sistema sanitario. Se oggi siamo, in Italia, la migliore regione come dato epidemiologico, quando all'inizio della pandemia eravamo fra le peggiori, abbiamo dimostrato che questo atteggiamento paga. Un'informazione corretta è quella che ha permesso a tanti cittadini di comportarsi bene e aiutare il sistema sanitario, consentendogli di gestire al meglio i propri percorsi". Nel percorso del protocollo la Medicina trasfusionale gestirà donatore, donazione e assegnazione, operando con due tipi di candidati: i donatori abituali, con un percorso molto più snello, e i pazienti donatori nuovi, che dovranno essere sottoposti a un percorso di arruolamento più dettagliato dettagliatamente previsto all'interno del protocollo. Per tutti, il requisito fondamentale è quello di avere superato la malattia e, quindi, di essere in regola con il percorso tamponi, e avere un numero di anticorpi sufficienti. Per il donatore abituale il tramite rimane l'Avis, deputata a prenotare la donazione presso il centro trasfusionale di riferimento. Per agevolare i candidati donatori - sottolinea una nota regionale - sarà possibile recarsi anche in uno dei dodici servizi trasfusionali regionali per un pre-arruolamento e successivo invio degli idonei ai tre Poli di riferimento. I soggetti ricoverati sono già stati informati di questa possibilità e sono stati messi in contatto con il trasfusionale. Per motivi di sicurezza, il protocollo prevede che il paziente ricoverato attenda 14 giorni dopo la dimissione. segue

 

Il paziente ricevente sarà invece gestito dalla parte clinica. I criteri base per l'applicazione della terapia sono: la maggiore età, la condizione di Covid positivo e la fase precoce dell'infezione. Gli anticorpi sono infatti maggiormente efficaci nella prima fase della malattia. "Si tratta – ha sottolineato la dirigente del servizio Sanità Lucia di Furia – di uno studio che può dare grandi risposte in termini di migliori cure rispetto alle attuali. Le forme terapeutiche oggi riconosciute valide sono poche e questo studio può aprire spazi importanti". "Riteniamo – ha detto il rappresentante del Comitato etico Massimo Marinelli - che il protocollo marchigiano sia migliorato in tutte e tre le linee di riferimento a quale si deve attenere: salvaguardia della salute dei soggetti interessati, scientificità dello studio, tutela della sanità regionale". "La parte donazione è centrale in questo protocollo – ha detto la dottoressa Spadini – ed è normale che in presenza di un evento catastrofico l'emotività porti a slanci solidaristici molto importanti della popolazione. In questo le Marche sono sempre molto avanti. Ma queste situazioni vanno governate, perché la donazione rappresenta un momento molto delicato in cui sono centrali sia la tutela della salute del donatore, sia quella del paziente. Da questi due pilastri non si può derogare. Avremo di fronte due popolazioni di candidati donatori di plasma iperimmune – tra i 18 e i 60 anni compiuti - gestite dal Trasfusionale. Il donatore abituale, già arruolato, avrà un percorso agevolato tramite l'Avis, perché normalmente sottoposto ai controlli clinici previsti per scongiurare la trasmissione ematica delle malattie. Il candidato paziente non ancora arruolato in un protocollo di donazione dovrà essere invece sottoposto a indagini preliminari". Queste due popolazioni dunque hanno in comune che entrambe devono avere avuto la malattia del Coronavirus e devono averla superata, in regola con il percorso dei tamponi e con un numero di anticorpi sufficienti. Nel caso del nuovo candidato donatore il percorso prevede la verifica preliminare dell'idoneità alla donazione, la negatività ai test sierologici per epatite B, epatite C ed HIV e il superamento di un periodo di 15 giorni prima della donazione. Dopo la donazione saranno effettuati anche ulteriori test. L'efficacia della terapia si vedrà al termine del protocollo che ha una durata di sei mesi. "Ringrazio le colleghe del trasfusionale e i colleghi del Comitato etico, perché ci hanno aiutato lavorando insieme con noi per migliorare questo protocollo, che ora è inattaccabile. Ci siamo già attivati e stiamo spiegando ai pazienti il progetto. Qualcuno già si è dimostrato disponibile", ha detto il professor Giacometti, che ha descritto dettagliatamente il profilo dei pazienti destinati a ricevere la cura e ha affrontato anche il tema del congelamento del plasma, che potrà essere riutilizzato in eventuali fasi successive di riacutizzazione del virus. Infine, un appello, anche a nome di Avis regionale: "Non ci scordiamo – ha detto la dottoressa Spadini - che nei nostri reparti e nelle nostre sale operatorie ci sono pazienti con patologie diverse dal Covid che hanno bisogno di unità trasfusionali, di sangue e di piastrine o di emoderivati e, quindi della generosità dei donatori, che nelle Marche è sempre stata grandissima". fonte com 

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