- Ma come regolarci con la postverità dei social, a cui tutti siamo esposti - domanda allora Antonio Allegra-? "Per dare senso pieno alla nostra esperienza umana è a mio avviso fondamentale viverla con il massimo della consapevolezza e della profondità – ha risposto Nicoletti -. Ciò detto andrebbe dato costante stimolo a comprendere le dinamiche sociodigitali per ciò che sono al momento: vi trionfa non il desiderio di confronto sui contenuti, ma l'espressione del proprio pregiudizio, basata sempre più sugli effetti di input comunicativi di natura emotiva. Informarsi, analizzare, conoscere è troppo impegnativo, si prediligono oggi certezze già ruminate da altri" . Nicoletti si poi è soffermato sull'opportunità di non vivere una relazione nostalgica con il passato, in questo senso, né di tentare fughe in avanti; sottolineando tuttavia come stare al margine del presente comporti la perdita di tante buone occasioni. Il giornalista ha poi parlato della nostra "ombra digitale", ovvero di tutti i dati che sopravviveranno alla mostra morte fisica, immessi in rete nel corso della nostra esistenza, e della necessità di normarne la gestione, nonché della forte fatica emotiva e cognitiva cui il nostro cervello è sottoposto da qualche decennio a questa parte, per la necessità di agire su più piani in regime di sincronicità, e dei 'cambiamenti' evidenziatisi in esso "nell'agire digitale": i cervelli dei ragazzini che brillano nei giochi al computer sembrano avere diffusamente sviluppato qualità percettive che i loro genitori hanno scarsamente. Nicoletti si è congedato quindi, promettendo di partecipare 'in presenza' ad una prossima iniziativa dell'ateneo e si è complimentato per il nuovo corso di laurea in digital humanities della Stranieri, che attivo da ottobre 2020. Fonte com Unistrapg soniagiugliarelli