La crisi del settore trasporto aereo: stop ai voli. In alcuni scali fino a Marzo
(CIS) – Ginevra/Milano gen. - Il Coronavirus nel mondo sta provocando perdite economiche in tantissimi comparti, in special modo nel traffico aereo per blocco dei voli internazionali, ma anche per quelli interni. Le varie compagnie, dalle maggiori a quelle minori, sono in profonda crisi, per la drastica diminuzione dei voli, quando non sono del tutto fermi, per i necessari interventi economici (leggi CIG) ai dipendenti. In vari scali nazionali le compagnie ad esempio come Ryanair, hanno deciso di riorganizzare i voli, anche fermandoli. In Umbria, allo scalo San Francesco, stop dei voli della compagnia irlandese fino a fine Marzo, sperando in norme meno rigide e possibilita' di ripresa del traffico. Il settore quindi soffre. Le perdite previste per quest'anno aumentano a -118,5 miliardi di dollari a livello mondiale, secondo le stime della IATA del novembre scorso, che ha rivisto le stime fatte a giugno (-84,3 miliardi). Per il 2021 la IATA stima perdite per -38,7 miliardi, peggiori dei -15,8 miliardi stimati in giugno. I dati sono stati presentati all'apertura dell'assemblea annuale dell'associazione del trasporto aereo mondiale del 24 novembre, in forma virtuale con base ad Amsterdam, ospitata da Klm, e collegamenti dalla sede Iata di Ginevra e dagli uffici delle aviolinee in tutto il mondo. Il peggioramento dei conti è causato dalla mancata ripresa del traffico che era stata stimata per l'ultimo trimestre, permanendo in vari paesi l'emergenza sanitaria. «La crisi è devastante. Le compagnie hanno tagliato i costi del 45,8% ma i ricavi sono in calo del 60%», ha detto il direttore generale della Iata, Alexandre de Juniac." La previsione e' che le compagnie continueranno ad avere emorragie di cassa fino all'ultimo trimestre del 2021. Se i voli non ci sono, se i passeggeri diminuiscono in modo drastico proprio per rispettare le normativa anticontagio (con limitazione dei movimenti della gente, solo per lavoro o casi d'urgenza) i ricavi totali delle compagnie mondiali, crollano; quest'anno sono previsti in calo di 510 miliardi di dollari (-61%), da 838 miliardi del 2019 a 328 miliardi. L'allarme era stato dato gia' nell'ottobre scorso da Assoaeroporti. Il Presidente Fabrizio Palenzona diceva allora che "senza aeroporti il Paese si ferma. Il Governo intervenga con aiuti diretti al settore per salvare migliaia di posti di lavoro". Gli aeroporti italiani registrano quindi un nuovo pesante crollo e, dopo la timida ripresa dei mesi estivi, chiudono settembre (2020) con soli 5.738.268 passeggeri, il 69,7% in meno rispetto al 2019, cifre che riportano il settore indietro di 25 anni, ai livelli registrati nel 1995. In particolare - si leggeva in una nota Assoaeroporti - il dato relativo ai voli Extra UE registrava un drammatico calo del 91% riconducibile soprattutto alle quarantene e alle restrizioni imposte dai singoli Stati, ai viaggi aerei. Altrettanto marcata la contrazione del traffico UE, pari al -78%, mentre più contenuta, ma comunque significativa, quella dei voli nazionali, -46%. Numeri in discesa anche per i movimenti e il cargo aereo, ora in leggerissima ripresa, anche per il trasporto vaccino. abstract segue