Gli anticorpi monoclonali sembrerebbero agire anche contro il Covid-19 come gli anticorpi naturali, per cui si legano al patogeno facendo in modo che non riesca ad entrare nelle cellule umane, quindi ad infettarle e replicarsi; sia più facilmente fagocitato dalle cellule del sistema immunitario deputate a questa funzione, quali i macrofagi presenti nel fegato, nella milza e nei tessuti. La Bsp Pharmaceuticals di Latina, insieme ad altri 6 stabilimenti nel mondo, gestisce alcune delle fasi principali della produzione di Bamlanivimab. L'azienda già da dicembre ha iniziato a fabbricare oltre 100 mila dosi al mese dedicate ai Paesi dove il farmaco è stato autorizzato, come in USA, Canada e Israele, o come in Ungheria e Germania che hanno deciso di utilizzarlo senza aspettare l'autorizzazione di EMA. L'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha avviato solo ora lo studio per verificare se gli anticorpi monoclonali possono rappresentare una reale opzione terapeutica nella prevenzione della progressione del COVID-19 nei pazienti in fase precoce di malattia, mentre in Usa, Canada, Israele. Ungheria e Germania vengono già somministrati ai pazienti". "Il 4 febbraio l'Aifa ha autorizzato due anticorpi monoclonali. Il 6 febbraio il ministro Speranza ha dato facoltà alle Regioni di poterli utilizzare. Quindi – ha detto Paparelli (Pd) - non si tratta di consentire l'utilizzo ma di attivarsi per avere gli anticorpi monoclonali. Propongo quindi di aggiornare il testo". "Il testo può essere aggiornato, chiedendo di procedere presso il Governo per consentire l'uso degli anticorpi e per procurarsene una fornitura adeguata degli anticorpi".