"L'agricoltura locale – ha aggiunto Morroni - offre prodotti unici che ottengono il plauso per genuinità e gusto in ogni tavola, varcando anche i confini nazionali ed esportando, in tal modo, un brand il cui appeal promuove l'intera Umbria e le emozioni che è in grado di suscitare". Dalla Fagiolina del lago Trasimeno, alla Fava Cottora dell'Amerino, dalla Roveja di Civita di Cascia, al Vin Santo Affumicato dell'Alta Valle del Tevere, dal Sedano nero di Trevi, al Mazzafegato dell'Alta Valle del Tevere: sono queste le sei produzioni Slow Food, fra le dieci che vanta l'Umbria, presentate con video di circa cinque minuti ciascuno, fruibili per tutto lo svolgimento della manifestazione e pubblicati anche su Umbria Agricoltura, canale di comunicazione del PSR, Programma di sviluppo rurale, 2014-2020 dell'Umbria. Ed è stato proprio il rapporto tra i produttori dei Presìdi e il Programma di Sviluppo Rurale uno degli aspetti principali che ha caratterizzato questa miniserie. Il PSR Umbria 2014-2020, con una dotazione finanziaria di 928 milioni di euro, non solo ha dato forte impulso alle energie costruttive e positive del territorio, ma anche contribuito a fare crescere queste produzioni Slow Food. Tra gli obiettivi del PSR, oltre a garantire la sostenibilità ambientale e promuovere l'innovazione per sostenere la competitività, c'è anche quello di coniugare agricoltura e tradizione, preservando l'antico legame tra uomo e terra. L'edizione 2020/2021 di Terra Madre Salone del Gusto, organizzata da Slow Food, Città di Torino e Regione Piemonte con il patrocinio dei Ministeri delle Politiche agricole, alimentari e forestali e dell'Ambiente, si è proposta in modo rivoluzionario, in risposta alle nuove esigenze imposte dal Covid-19. A partire da ottobre 2020, fino ad aprile 2021, sta coinvolgendo tutti i Paesi della galassia Slow Food, mettendo in campo tecnologie digitali, eventi fisici diffusi e nuovi format in cui anche l'Umbria si è ritagliata uno spazio di rilievo. Fonte com abstrac