La ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista European Journal of Preventive Cardiology, organo ufficiale della Società Europea di Cardiologia, ha dimostrato che durante il picco della pandemia da COVID-19 le prescrizioni di farmaci anticoagulanti in Italia sono drasticamente diminuite, di oltre il 60%. Questo dato eclatante è stato rilevato sull'intera popolazione italiana che normalmente accede a queste cure (oltre 1.5 milioni di pazienti), e si è mostrato particolarmente eclatante nelle classi di età più avanzate. E' di immediata evidenza come la mancata prescrizione di farmaci così importanti abbia esposto quei pazienti ad un rischio molto maggiore di complicanze gravi, e potenzialmente fatali. Tra le spiegazioni più immediate di questo dato gli Autori segnalano come, durante il picco pandemico, sia nettamente diminuito l'accesso - soprattutto dei soggetti anziani sottolinea la nota - alle visite mediche. Tale fenomeno, verosimilmente, è conseguenza da un lato della drastica diminuzione della disponibilità di accessi ambulatoriali, dovuta al sovvertimento dei percorsi di cura all'interno degli ospedali causato dalla emergenza COVID-19; dall'altro, è anche possibile che molti pazienti abbiano avuto difficoltà di accesso ai controlli medici, per timore del contagio oppure, specie gli anziani, per le difficoltà di spostamento durante il lockdown. I risultati dello studio documentano, quindi, in maniera precisa e su tutto il territorio italiano, l'impatto negativo del COVID-19 su alcune patologie croniche di grande rilievo. Ulteriori approfondimenti sono in corso per verificare se, come purtroppo intuibile, questo problema sia presente anche per altre gravi patologie croniche. Font ecom abstract