La lettera/nota del presidente Volpi sottolinea che nel "modello organizzativo dell'UDI- precisa Volpi- vengono delineate le specifiche competenze e gli ambiti di autonomia di tutti i professionisti sanitari coinvolti; in particolare gli infermieri garantiscono nel periodo di degenza: continuità assistenziale e il mantenimento di un adeguato standard assistenziale favorendo il più rapido recupero dell'autonomia in un'ottica di reintegro al domicilio o di ricorso a forme di assistenza residenziale o riabilitativa a livello territoriale". La nota, chiarisce inoltre che "il servizio a gestione infermieristica vanta in Italia una consolidata esperienza, avvalorata da numerosi studi che dimostrano che le diagnosi infermieristiche maggiormente formulate nelle UDI sono quelle di deficit della cura di sé, dell'igiene personale e compromissione della mobilità. In termini di out come si è riscontrato, alla dimissione, un generale miglioramento dei livelli di dipendenza dei pazienti rispetto all'ingresso. "Ogni modello organizzativo deve essere valutato in termini di qualità e soddisfazione percepita dagli utenti – ha concluso il Presidente - e le unità di degenza a gestione infermieristica garantiscono un elevato livello di gradimento da parte degli assistiti, dei familiari e degli operatori coinvolti. Consentono inoltre un'elevata qualità assistenziale, nonchè efficacia, efficienza e appropriatezza nella gestione dei ricoveri ospedalieri." I membri dell'Ordine degli infermieri di Perugia preoccupati per la regressione che inevitabilmente questa sentenza comporterà dichiarano: " Gli infermieri hanno dimostrato, anche da prima della pandemia, il loro valore e l'elevata professionalità, e quindi ribadiscono che sia necessario un forte cambio di passo dove le parole d'ordine che guidano le scelte e la governance dei servizi sanitari devono essere multi-professionalità e competenza. Abstract fonte com