L'Amministrazione ha accolto a braccia aperte la chirurgia senologica e, dopo un breve periodo di rodaggio, abbiamo trovato ottima sinergia con il personale, soprattutto quello di Sala Operatoria: la nostra attività infatti è caratterizzata da tecnologie specialistiche (OSNA per linfonodo Sentinella, SENTIMAG per le lesioni non palpabili, Mesh per ricostruzione mammaria) e non è stato un semplice il trasferimento di pazienti, ma con un'organizzazione perfetta basata sulla cultura del cancro siamo riusciti a dare, insieme, una concreta risposta di chirurgia oncologica alla popolazione umbra".Questa "sintonia perfetta", come la definisce il prof. Rulli, continua ancora oggi: "Dopo essere andato in pensione ho chiesto la possibilità di fare servizio di ambulatorio qui. Ma non solo, visto che con la Dr.ssa Maria Rita Cucchia, già dal 2021, durante le pause della Sala Operatoria, discutevamo di vie innovative nella lotta al tumore, siamo voluti andare oltre". Questa procedura, chiamata Biopsia Liquida, permette di individuare i bio marcatori circolanti quali Cellule Tumorali Circolanti (CTC), DNA libero nel sangue (cfDNA) e DNA delle cellule tumorali circolanti (ctDNA) nei pazienti oncologici, così da fornire informazioni sul percorso genetico del tumore. Attraverso un semplice prelievo del sangue, la Biopsia Liquida potrebbe quindi individuare la malattia residua minima, dopo trattamento primario, aiutando l'inizio della terapia adiuvante per prevenire il ripetersi e la progressione verso la metastasi. "Una rivoluzione – ha concluso Rulli – ma sempre nella multidisciplinarietà, perché in oncologia c'è necessità di collaborare con tutti: Radiologi, Patologi, Chirurghi, Oncologi medici e Radioterapisti. Questa sinergia mi permette di continuare un discorso culturale sui tumori, visto che in Italia ci sono poche Strutture che fanno la Biopsia Liquida e con molta difficoltà"."Gli ultimi 4 anni della mia attività di Ricercatore dell'Università di Perugia – sottolinea ancora il prof. Rulli – li ho impegnati, ad analizzare circa 150 prelievi ematici periferici, per cercare di dare una risposta a tutti quei pazienti oncologici che a 10-15 anni, nel 30% dei casi, non superano la malattia (ESMO 2016). La prima causa di morte nel paziente neoplastico è rappresentata dalla diffusione metastatica del tumore a partire dal sito primario. La nostra incapacità a caratterizzare l'eterogeneità e l'evoluzione del tumore, adattando il trattamento di conseguenza, è l'importante ragione del fallimento della terapia sistemica oggi: a cinque anni dalla diagnosi è ancora in vita il 60% degli uomini e il 65% delle donne, conquista importante ma non sufficiente a soddisfare il nostro obiettivo finale di mortalità 0" (Tumori in Italia, AIRC 2021). abstract fonte com