Fioroni ha aggiunto che "Il Manifesto della bioeconomia circolare non nasce dalla "presunzione" di chi vuole dire al Governo cosa deve fare e come, ma vuole avviare un momento di confronto concreto su quelle problematiche che ancora impediscono a un settore potenzialmente estremamente strategico, sia economicamente che per contributo alla transizione ecologica, di esprimere tutto il suo potenziale. L'Italia ha delle eccellenze importanti in questo settore, non possiamo permetterci che questo know-how e l'alto livello di innovazione che abbiamo raggiunto vada sprecato". Protagonista del Manifesto è anche Novamont, il cui amministratore delegato Catia Bastioli, presente all'evento, ha sottolineato che "Come riportato dal Rapporto Green Italy 2022, la bioeconomia circolare ha già dimostrato che è possibile rilanciare la sostenibilità Europea dal punto di vista economico, ambientale e sociale, accelerando la transizione ecologica e potenziando la nostra autonomia e le nostre filiere. L'Italia in questo settore è leader con un'industria prima al mondo in grado di produrre bioprodotti, bioenergia, e sfruttare residui e by-products, e con l'agricoltura tra le più sostenibili d'Europa. Hanno partecipato al dibattito, portando sia l'esperienza del mondo agricolo che uno spaccato di quanto si sta facendo a livello nazionale e internazionale in tema di bioeconomia, Albano Agabiti, Presidente di Coldiretti Umbria, Fabio Fava, Università di Bologna, Gruppo di coordinamento nazionale Bioeconomia (CNBBSV, Presidenza del Consiglio dei Ministri), European Bioeconomy Policy Forum e Direttivo Cluster Chimica Verde Spring, e Loris Giorgini, Dipartimento di Chimica industriale – Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Fonte com abstract