«La nostra preghiera – ha proseguito il presule, come si legge in una nota – vuol raggiungere anche coloro che, per età e condizioni di salute, non hanno la possibilità di essere qui: li sentiamo partecipi in maniera diversa, ma ugualmente vera, come sentiamo vicine spiritualmente le nostre sorelle claustrali».Nel soffermarsi sul viaggio di Papa Francesco di questi giorni in terra d'Africa, l'arcivescovo Maffeis ha detto: «riporta l'attenzione sul dramma di popolazioni provate negli anni da conflitti che hanno fatto milioni di vittime, di sfollati e rifugiati, di bambini-soldato. In un tale contesto risplende con forza ancora maggiore la generosità di consacrati e consacrate che - per quanto esposti a sequestri, violenze e attentati - non rinunciano a spendersi per il Regno». Monsignor Maffeis, concludendo l'omelia, ha evidenziato «il primato di Dio» che testimoniano i consacrati e le consacrate, rivolgendosi a loro con queste parole: «lo sappiamo per esperienza, quando si riconosce questo fuoco, ecco che arriva a riscaldare e illuminare i rapporti, le relazioni con gli altri: penso alle mille forme con cui i vostri carismi si sono incarnati, secondo modalità e compiti che altro non sono che declinazioni del primo verbo evangelico: sono voci del verbo servire. Voi questo servizio l'avete praticato dando alla vostra vita la forma del Vangelo e quindi l'attenzione ai bisognosi. Vivendo con umiltà e fiducia questo primato di Dio, potremo affrontare insieme con serenità anche il cambiamento d'epoca che stiamo attraversando. Non scoraggiatevi mai! Il Signore è fedele». Com. stampa a cura di Riccardo Liguori /