"È il popolo che recepisce la fede e la comunica al di fuori della Chiesa, che, con i suoi tanti carismi, grazie allo Spirito Santo, deve essere luogo di incontro, accoglienza, sostegno e non deve temere il rinnovamento e, attraverso le sue pluralità, aprirsi a tutti". Don Giovanni Zampa ha concluso elencando almeno sette "Porte della Chiesa" di Perugia-Città della Pieve, ma dell'intera Chiesa umbra, che devono aprirsi il più possibile per essere testimoni credibili del Risorto. Soprattutto, ha auspicato, "avere come Chiesa il coraggio di farle varcare al suo popolo". La "Porta dei poveri" tesoro della Chiesa - precisa la nota - . E poi l'importanza del tenere aperte le "Porte" nei confronti della famiglia, "chiamata a salvare la società dopo le tempeste del nostro tempo", e dell'Università, che a Perugia conta 37mila studenti, un popolo, quello studentesco, che "non può essere abbandonato e senza visione, perché diventa sfrenato". E non da ultima l'esortazione a spalancare la "Porta dei poveri, dei più fragili", riferendosi anche al luogo scelto per l'Assemblea, perché, ha sottolineato il sacerdote folignate, "sono il tesoro della Chiesa insieme all'Eucaristia". Sempre a margine dell'Assemblea ecclesiale, la riflessione del vescovo di Città di Castello e di Gubbio, mons. Luciano Paolucci Bedini, che ha guidato una delegazione di "osservatori", sacerdoti e laici, delle sue comunità diocesane. "E' un'occasione per le Diocesi che fanno parte della stessa Metropolia – ha precisato il vescovo – di condividere prima di tutto un ascolto importante di alcuni relatori che ci hanno aiutato a guardare avanti, con una visione bella di Chiesa verso un cammino di discernimento e rinnovamento pastorale. Ho pensato insieme ai collaboratori del Cammino sinodale delle mie Diocesi di vivere queste due giornate perché facciamo, in fondo, tutti lo stesso cammino ed anche in Umbria abbiamo bisogno sempre più di raccordarci e di pensare che tante cose le possiamo viverle insieme". Com. stampa a cura di Riccardo Liguori /