City Information Service | Direttore responsabile Piero Pianigiani

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(CIS) – Roma, mag. -  da agenzia Dire - Intervista - Non esistono al momento farmaci contro il Covid-19, ma per i pazienti piu' gravi si utilizzano per lo piu' antivirali che dovrebbero contrastare l'azione del virus e potenti antinfiammatori. L'Agenzia Italiana del Farmaco, intanto, ha approvato 32 sperimentazioni cliniche che analizzano l'efficacia e la sicurezza di una ventina di diverse molecole. Ma a che punto sono queste sperimentazioni e quali sono finora le piu' incoraggianti? L'agenzia Dire lo ha chiesto a Francesco Trotta, dirigente dell'Ufficio monitoraggio della spesa farmaceutica e rapporti con le Regioni di AIFA e membro della task force che si occupa dell'emergenza Covid costituita dall'agenzia. "Grazie ad uno sforzo di coordinamento tra Commissione tecnico-scientifica di AIFA e Comitato Etico Unico Nazionale presso lo Spallanzani, ormai da circa due mesi riuniti in seduta permanente - dice Trotta - e' stato possibile promuovere e avviare tutte queste sperimentazioni, che stanno proseguendo e arriveranno a breve a fornire i primi dati conclusivi. È complicato dire quali sono le piu' promettenti, ma ce ne sono alcune che, essendo partite prima, sono ora in fase piu' avanzata e per le quali iniziano ad esserci dei risultati, come quella che vede l'utilizzo dell'anticorpo monoclonale Tocilizumab, un farmaco utilizzato solitamente per trattare l'artrite reumatoide, per il quale sono emersi risultati preliminari incoraggianti, che tuttavia necessitano di essere confermati". Quello con il Tocilizumab, avviato durante la fase di emergenza, e' uno "studio non randomizzato, quindi a braccio singolo - spiega Trotta - e per avere maggiori evidenze sull'entita' del beneficio del farmaco dovremo ovviamente aspettare le conclusioni di studi controllati e randomizzati, dove e' previsto il confronto con la terapia standard disponibile". segue

(CIS) – Roma, mag. - Il Decreto Rilancio (Art. 78 D.L. 34/2020) - entrato in vigore il 19 maggio 2020 - ha rifinanziato la norma, portando la copertura da 300 milioni a 1,15 miliardi di euro; erogazioni di 600 euro quindi come gia' previsto per il Cura Italia e successivi (vedi sotto). In una nota dell'ASU si spiega. È stata confermata, anche per i mesi di aprile e maggio 2020, l'indennità di 600 euro riconosciuta per il mese di marzo 2020 (ex art. 44 del D.L. 18/2020). Come avvenuto per l'erogazione precedente, anche in questo caso, per l'indennità a sostegno del reddito dei professionisti iscritti alle Casse privatizzate si dovranno attendere uno o più decreti interministeriali (Min. Lavoro e Min. Economia) da adottare entro 60 giorni dall'entrata in vigore del Decreto Rilancio. Le stessa norma ha poi precisato che, ai fini del riconoscimento dell'indennità in argomento, non si deve essere - alla data di presentazione della domanda - né titolari di contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, né titolari di pensione. La ricostruzione dei tempi e dei decreti. L'art. 27 del D.L. Cura Italia ha previsto, per liberi professionisti titolari di partita iva e per le co.co.co. - attivi al 23/02/2020 - iscritti alla Gestione separata INPS (non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie), un'indennità erogata dall'INPS, per il mese di marzo, pari a 600 euro che non concorre alla formazione del reddito. Pertanto, tale indennità - riservata agli iscritti INPS - non si applica ai giornalisti autonomi iscritti alla Gestione separata INPGI, così come non si applica a tutti gli altri liberi professionisti iscritti alle Casse di previdenza privatizzate. Per loro (art. 44 del D.L. 18/2020, non modificato in sede di conversione in legge) è stata invece prevista un'indennità erogata dal Fondo per il reddito di ultima istanza. Detto fondo è infatti rivolto a quei lavoratori – autonomi ma anche dipendenti – che in conseguenza dell'emergenza epidemiologica da COVID 19, hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività o il loro rapporto di lavoro. segue

(CIS) – Perugia mag. - Anche la comunità diocesana perugino-pievese ricorderà Papa Wojtyla con la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Bassetti, lunedì 18 maggio (ore 18), nella cattedrale di San Lorenzo. La tentazione di vivere senza Dio. Nell'omelia domenicale, commentando la Parola di Dio, il presule si è raccomandato ai fedeli (in ascolto attraverso i media) di non farsi tentare dal vivere senza Dio. «Nella vita – ha detto Bassetti – c'è un'esperienza ancora più tragica di quella di essere orfani: è quella di vivere da orfani senza esserlo. Mi direte: ma come è possibile? Eppure, tutti siamo esposti a questa tentazione: vivere senza Dio, non incrociare mai il suo sguardo, ignorare la sua mano tesa, trascurare la sua parola, volendo così costruire la propria torre di Babele, e credere che vivere da orfani sia felice». "Nelle parole di Gesù, abbiamo la proposta di un magnifico progetto di vita: "se mi amate, osserverete i miei comandamenti - che sono i comandamenti dell'amore - ed io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Paraclito, un difensore, un consolatore, perché rimanga con voi per sempre: lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce"». «"Se mi amate". Nelle parole di Gesù abbiamo la delicatezza di una proposta, non un imperativo categorico, non una costrizione, ma l'invito libero e liberante di un Dio che ama, che ti dona gioia, ti nutre, ti consola, e che ti comunica la sua pienezza d'amore: il dono dello Spirito Santo. Fratelli che mi ascoltate, io vi assicuro che sarete davvero beati se coglierete questo invito alla libertà e accoglierete il Paraclito, lo Spirito che vi difende dalle insidie del male e del demonio, e vi dona la libertà vera di figli di Dio». segue


(CIS) - Ancona/Pesaro mag. - L'assessore regionale Loretta Bravi ha scritto di nuovo al Ministro della Scuola Lucia Azzolina per chiedere di intervenire urgentemente sull'organizzazione scolastica nelle Marche. Nella lettera si fa esplicito riferimento alla situazione nelle diverse province, dove in modo particoalre per la provincia di Pesaro e Urbino vengono sottolineate alcune criticità. La richiesta al Ministro riguarda in particolare il Liceo Scientifico Statale Luciano Laurana di Urbino e l'intenzione di concedere soltanto 5 classi, anziché 6, scelta che comporterebbe una classe con ben 32 ragazzi, tra cui un portatore di handicap. Il Liceo classico, della stessa città, che rischia di avere una prima con 33 alunni e dunque studenti da reindirizzare. L'Istituto di Istruzione Superiore Polo 3 Tecnico Professionale di Fano, dove resta il problema dell'apertura della classe prima. Così come a Cagli, dove per il percorso di studi in Amministrazione Finanza e Marketing dell'Istituto "G. Celli" rischia di dover rinunciare alla classe prima, con l'indicazione di un possibile reindirizzamento degli studenti a Fossombrone. La lettera - e' detto in una nota -  pone l'accento anche sulla situazione dell'Istituto Superiore "Della Rovere" di Urbania, per il quale si paventa la predisposizione di classi articolate. Infine rimane aperta la problematica delle classi troppo affollate del Liceo Scientifico e dell'Istituto Tecnico Economico Tecnologico di Pesaro, per cui il reindirizzamento dei ragazzi non può essere la risposta adeguata. "Al Ministro – ha commentato l'assessore Bravi - ho fatto pervenire la completa disapprovazione della Regione Marche rispetto ai tagli annunciati dall'Ufficio Scolastico, che è un'articolazione periferica del Ministero. Non è accettabile che proprio mentre si ragiona sulle regole per il distanziamento in aula e si tenta in ogni modo di evitare le classi pollaio, nelle Marche si adotti la logica opposta. E' incomprensibile capire perché, pur di tagliare delle classi, si provveda al trasferimento dei ragazzi ad altro istituto." Abstract fonte com

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Scuola/Marche: Ass. Bravi riscrive al Ministro Azzolina, "disapprovazione tagli annunciati"
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(CIS) - Magione, mag. - – "Scrivi usando la capacità immaginativa. Questo mi fu chiesto di provare a fare. E così, un po' per scherzo, un po' per dovere, iniziai a scrivere ma, giorno dopo giorno, mi resi conto che era il mio io più profondo a dettare la storia. La mano andava da sola suggerita dall'anima". Così il trentenne Daniele Nucciarelli spiega il suo incontro con la scrittura a seguito del "viaggio" intrapreso con il dottor Alberto Massarelli che ha portato alla pubblicazione del libro "Partendo dal fiume" edito con la casa editrice Kimerik. Nato ad Agello, dove vive e lavora, Daniele perde all'età di ventuno anni la madre per una leucemia. "Allora – spiega – non compresi quanto quel dolore fosse profondo. La mia vita scorreva normale poi, di colpo, sono iniziate le paure, le incertezze, fino a un vero e proprio disagio che mi ha portato ad iniziare un percorso di analisi. In quel periodo difficile lessi "Avere o essere" di Erich Fromm. Lettura fondamentale da cui sono partito per rivedere tante cose della mia vita, specialmente per capire a fondo chi fossi realmente. Ciò non bastò e per aiutarmi a esprimere quello che provavo il mio analista mi consigliò di dedicarmi a qualcosa di artistico. Io scelsi la scrittura". "All'inizio – ricorda – non fu facile. Lavoravo tutto il giorno e la sera scrivevo fino a tardi ma, a un certo punto, ho sentito che i pensieri si formavano da soli nella mia mente. Proprio come un fiume la storia ha iniziato a crescere. Sono arrivati i due personaggi Leo e Gianni, che, naturalmente, sono le due parti di me che, a un certo punto della vita, si sono separate. Del resto tutto questo lungo racconto è autobiografico. Amo molto la natura e solo lì una parte di me stesso poteva ritrovarsi. Per questo Gianni decide di scappare di casa e rifugiarsi nel bosco. Vivere a contatto con la natura lo aiuterà a capire il senso della vita e a recuperare il rapporto con i genitori.  segue

(CIS) – Perugia, mag. – "La consegna delle chiavi delle attività da parte di tanti imprenditori e professionisti" (titolari di attivita' alberghiere, ristoratori, gestori di bar ecc...- ndr- -) , che non si riducono purtroppo a questo numero rappresentativo, è certamente un atto simbolico che intende riaffermare la fiera consapevolezza di appartenenza ad un popolo che non intende soggiacere passivamente dinanzi a qualsivoglia sfida, problematica o privazione. Intendiamo riaffermare quella ferma volontà di impegnarci per il benessere delle nostre famiglie, delle nostre imprese e di quei tanti e tante famiglie che dipendono dal nostro operato e che, proprio per la consapevolezza e rispetto che ci contraddistingue, non possiamo e vogliamo sacrificare oltre ogni limite". E' questo un passo della lunga lettera consegnata da una delegazione di imprenditori umbri, al Prefetto di Perugia Dott. Claudio SGARAGLIA, affinche' trasferisca le preoccupazioni di tanti di noi in questa situazione "pregarLa di volersi fare interprete di quel profondo malessere, disperazione e drammatica situazione nella quale versano un sempre maggior numero di persone, famiglie ed imprese che, già oggi, non posseggono più i mezzi minimi di sussitenza e che, soprattutto non riescono a percepire alcun segnale d'impegno concreto dell'esecutivo per garantire il soddisfacimento dei basilari bisogni di sussistenza e sopravvivenza" . Nella lettera si da conto che ad oggi, non e' arrivato alcun sostegno a queste strutture d aparte del Governo. La lettera firmata dal Rappresentante Provinciale del gruppo spontaneo P.IVA UNITE fa riferimento ad un ampio gruppo – sottolineando che "seppur costituitosi estemporaneamente, e come rappresentanti di tanti imprenditori lasciati soli anche da quelle associazioni che avrebbero dovuto rappresentarne le istanze e tutelarne gli interessi, siamo oggi a significarLe che larghissima parte del tessuto produttivo e commerciale, come anche i relativi addetti, non hanno ricevuto o non ha potuto ancor oggi ricevere alcun supporto da parte del Governo centrale. segue

(CIS) – Perugia apr. - SEGUE - E' in progettazione quindi, per metà maggio il seminario promosso dalla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica d'intesa con la Procura Generale della Corte dei Conti. La responsabilità erariale degli amministratori e dei dipendenti degli enti pubblici, i nuovi indirizzi della giurisprudenza e gli aggiornamenti normativi in materia saranno i temi al centro dell'incontro. Previsto l'intervento di Alberto Avoli, Procuratore Generale presso la Corte dei Conti. Le capacità assunzionali della Pubblica Amministrazione, l'applicazione dell'articolo 33 del DL 34 del 2019 e le nuove procedure concorsuali imposte dall'emergenza coronavirus saranno oggetto del corso digitale "Le assunzioni nel 2020 degli Enti pubblici" programmato per l'11 maggio. Relatore dell'incontro: Arturo Bianco, esperto in organizzazione e gestione del personale di Regione ed Enti locali."Come evitare il danno erariale nella gestione del patrimonio immobiliare pubblico" è il tema del seminario online programmato per il 12 maggio. Flavio Paglia, responsabile della valorizzazione del patrimonio dell'Amministrazione provinciale di Genova, approfondirà la gestione patrimoniale pubblica e la corretta determinazione dei canoni per le concessioni e per le locazioni attive. Il seminario a distanza "Approfondimenti e novità in materia previdenziale" sarà in calendario il 15 maggio. Sotto la lente le novità in materia previdenziale, il cumulo e la totalizzazione dei contributi, la ricongiunzione. segue

(CIS) - Roma apr. - DA AGENZIA DIRE - La continuita' assistenziale dei malati di Covid-19 e' fondamentale per garantire un percorso di cure dall'inizio della malattia sino alla guarigione, e anche nella fase dei controlli successivi. Quello che e' emerso in queste settimane e' stata la difficolta' non solo nella gestione dei sintomatici ricoverati, ma anche di quelli gestiti a casa o che una volta dimessi devono fare ritorno al proprio domicilio. Il Policlinico Gemelli di Roma, insieme alla Regione Lazio, ha siglato un accordo per gestire un albergo con il fine di garantire una ospedalita' protetta per tutti questi malati, non facendoli tornare nelle loro case. La spiega nel dettaglio all'agenzia di stampa Dire Christian Barillaro, responsabile della Centrale di Continuita' assistenziale del Gemelli: - Quanto e' importante la continuita' assistenziale per i pazienti che sono stati contagiati dal Covid-19? R. "Direi che e' fondamentale, perche' solo con la continuita' assistenziale e percorsi esatti per questi pazienti sono in grado di garantire la cura dei malati. E' fondamentale in termini di percorsi intra-ospedalieri ed extra-ospedalieri e in funzione della cura paziente. Quando parliamo di continuita' assistenziale non bisogna pensare solo al momento della dimissione. Inizia quando il paziente entra in ospedale e va avanti anche con i controlli successivi alla dimissione". - Al Gemelli che tipo di percorsi sono previsti subito dopo la dimissione del paziente? R. "Abbiamo la gestione di un albergo di ospedalita' protetta per questi malati. Si parla di pazienti autosufficienti e comunque in via di guarigione. Essi sono clinicamente stabili e provengono non solo dal Gemelli ma anche da altre strutture sanitarie. Oppure i nostri ospiti sono anche i pazienti paucisintomatici che a domicilio non riescono a mantenere l'isolamento fiduciario e allora vengono ricoverati in questa struttura alberghiera. Questo garantisce la migliore assistenza nel posto migliore, non solo perche' al paziente viene garantito l'isolamento ma anche perchè riceve un'assistenza continua in telemonitoraggio. Vengono usati dei device con rilevazione sistematica della saturazione, della frequenza respiratoria, cardiaca, della temperatura corporea e test di performance fisica che quindi ci dicono come sta il paziente. Sono previsti dai day hospital per un controllo successivo alla dimissione clinica. Il paziente che dall'ospedale o dall'albergo rientra a domicilio deve essere ricontrollato nel tempo anche perche' questa malattia e' nuova e non sappiamo dunque come saranno gli esiti. All'interno del day hospital lavorano varie figure professionali come geriatri, pneumologi e infettivologi. Nei vari percorsi di continuita' assistenziale oggi la Regione si e' posta il problema dei pazienti non autosufficienti che e' uno dei grossi problemi anche all'interno delle realta' ospedaliere. Sono state aperte a livello territoriale delle Rsa Covid all'interno delle quali sono assistiti i pazienti non autosufficienti. In questo momento storico mancano pero' delle formule riabilitative o di lungo degenza che potrebbero essere un ulteriore sbocco per questi malati, nonche' degli hospice per i pazienti piu' gravi che hanno problemi di terminalita' ma indipendentemente dal Covid". - Quanti pazienti Covid avete accolto finora? E quanti sono ospitati nella struttura esterna alberghiera collegata al Gemelli?  R.  "Abbiamo ad oggi 162 posti letto disponibili, siamo arrivati ad occuparne anche 140. La gestione parte dalla Centrale di Continuita' Assistenziale del Gemelli e dalla Centrale operativa della Asl, in modo integrato. Il territorio e l'ospedale lavorano insieme, garantendo in maniera simultanea la presa in carico di questi pazienti. La gestione e' della Fondazione Policlinico Gemelli, che ha messo in campo i presidi di tecnico-assistenza, la parte infermieristica, garantisce la presenza di specialisti e anche la fornitura dei pasti e la sanificazione delle stanze". - E' previsto per questo tipo di pazienti un percorso di riabilitazione? "Ad oggi purtroppo non e' stata ancora prevista la riabilitazione poiche' e' tutto nuovo e i sistemi devono essere modificati e validati. Sicuramente la riabilitazione e' un aspetto da valutare, anche perche' non sono chiari gli esiti di questa malattia e quindi se e' necessaria una riabilitazione respiratoria, ma anche altro. Abbiamo notato che sono pazienti che vengono fuori da una lunga ospedalizzazione per cui un intervento di tipo riabilitativo motorio e anche una riabilitazione respiratoria potrebbero supportare una migliore ripresa". fonte com AG. DIRE

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Coronavirus: Barillaro (Gemelli) garantiamo continuita' assistenza; 162 posti letto in albergo e day hospital - Intervista DIRE

(CIS) - Ancona, apr. - Il GORES ha comunicato i dati relativi alla situazione di emergenza sanitaria COVID-19 aggiornati alle ultime 24 ore. Su un totale di 6.111 casi riscontrati positivi ai test: i ricoverati ammontano attualmente a 726, i pazienti guariti o dimessi salgono a 1.924, i contagiati ancora in isolamento domiciliare sono 2.582, i deceduti risultano purtroppo 879 in totale (considerando anche i residenti al di fuori della regione).

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Coronavirus/Marche: salgonopazienti guariti, 1.924; piu' tamponi
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Coronavirus/Marche: salgonopazienti guariti, 1.924; piu' tamponi

(CIS) – Roma, apr. - La pandemia da COVID-19 sta colpendo vari Stati, persone diverse e in modo diverso, a causa di vari fattori tra i quali il sesso e il genere sembrano svolgere un ruolo fondamentale. Cio' pero' va approfondito con dati che per ora, pochi paesi inviano. Global Health 50/50, un'organizzazione internazionale che promuove l'uguaglianza di genere nell'assistenza sanitaria, ha inizitato a raccogliere i dati disaggregati per sesso su COVID-19 riportati finora dai governi nazionali e disponibili pubblicamente. Lo si legge in una nota della'ISS. Dall'analisi dei dati emerge chiaramente una più alta proporzione di decessi per COVID-19 negli uomini rispetto alle donne in quasi tutti i Paesi che forniscono dati completi e disaggregati per sesso. In Italia, ad oggi, la percentuale di letalità per gli uomini è circa il doppio di quella delle donne (17,1% e 9,3% rispettivamente, fonte: Ultimo Bollettino Sorveglianza Integrata 23 aprile 2020). Simili differenze della percentuale di letalità sono riportate in molti altri Paesi europei, fra cui Grecia, Olanda, Danimarca, Belgio e Spagna, ed extraeuropei, come Cina e Filippine. In alcuni Paesi, come Tailandia e Repubblica Domenicana – e' detto nella nota dell'ISS - il rapporto maschi/femmine (M/F) risulta ancora più alto, superiore cioè a 3:1 (3,8 e 3,2 rispettivamente). Tra i paesi che forniscono i dati differenziati per sesso, solo l'India e il Pakistan mostrano una proporzione lievemente più alta nelle donne decedute per COVID-19, con un rapporto M/F pari a 0,9. I dati disponibili non sono pero' sufficienti per trarre una conclusione sui tassi di infezione suddivisi per sesso. In Italia (fonte: Ultimo Bollettino Sorveglianza Integrata 23 aprile 2020), come in altri Paesi, tra cui Belgio, Olanda, Portogallo e Danimarca è stata riportata una maggiore percentuale di casi tra le donne. In altri, come Singapore, Pakistan e India, l'infezione sembra essere molto più frequente nei maschi. Un dato Italiano molto importante è quello dei casi di infezione tra gli operatori sanitari, ad oggi infatti il 69% degli operatori infetti è donna.  segue

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