City Information Service | Direttore responsabile Piero Pianigiani

(CIS) – Perugia apr. - Il progressivo invecchiamento della popolazione e l'incremento di persone con almeno una patologia cronica (40,8% in Italia); le condizioni di comorbidità, in particolare nei soggetti sopra i 75 anni (66,6%); i cambiamenti socio-demografici come, ad esempio, la semplificazione della dimensione e della composizione delle famiglie, con il 29,6% delle persone sopra i 65 anni che vivono da sole: sono tutti elementi che stanno determinando un ripensamento dei modelli organizzativi dell'assistenza territoriale. La situazione emergenziale conseguente alla pandemia Covid-19, inoltre, ha evidenziato le debolezze degli attuali modelli di assistenza territoriale, determinando un'accelerazione di alcune misure, tra le quali il rafforzamento dei servizi infermieristici con l'introduzione dell'infermiere di famiglia o di comunità, per potenziare la presa in carico sul territorio dei soggetti infettati da Sars-Cov-2, anche coadiuvando le unità speciali di continuità assistenziale e i servizi offerti dalle cure primarie (come prevede la legge n. 77/20). Di questo si è parlato durante la webinar e tavola rotonda dedicata all'Infermiere di famiglia e di comunità (Ifec) dal tema "L'evoluzione della professione infermieristica e le sue prospettive in risposta al mutato bisogno di salute della popolazione e all'aumento delle cronicità", promossa dall'Usl Umbria 1, che si è tenuta venerdì 9 aprile, che ha visto connettersi 163 professionisti. segue

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(CIS) – Perugia apr. - - La curva epidemiologica in Umbria è in discesa e i dati sono in miglioramento: lo ha reso noto l'assessore alla Salute della Regione Umbria, Luca Coletto, nel corso della conferenza stampa di aggiornamento settimanale sull'andamento della pandemia sul territorio regionale. Oltre all'assessore Coletto, sono intervenuti il commissario regionale per la gestione dell'emergenza sanitaria, Massimo D'Angelo, il dottor Mauro Cristofori e la dottoressa Carla Bietta, del Nucleo epidemiologico regionale. L'assessore Coletto ha spiegato che nella regione diminuisce l'occupazione delle terapie intensive dedicate al Covid, mentre il Nucleo epidemiologico regionale ha confermato che l'indice Rt in Umbria è a 0,71, mente si segnala una presenza ancora molto importante delle varianti, in particolare – e' detto in una nota - quella inglese. Relativamente alla campagna vaccinale, l'assessore ha messo in risalto come "sia importante in questa fase la programmazione che deve, necessariamente, basarsi su consegne certe delle dosi". "Una programmazione puntuale – ha detto – favorisce anche una comunicazione chiara ai cittadini che sono in attesa di essere vaccinati". Il commissario D'Angelo ha riferito che in Umbria il numero di somministrazioni di vaccino è pari a 170.243 e, su un target di 45.029 soggetti vulnerabili per patologia, ad oggi 30.644 hanno effettuato la prenotazione, mentre a 6222 è stata inoculata almeno una dose di vaccino.  segue

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(CIS) -  Ancona, apr. - La Regione Marche ha aggiornato le indicazioni operative per la gestione domiciliare del paziente acuto confermato o sospetto Covid 19 e ha dato mandato all'Asur di procedere al monitoraggio della loro applicazione. "L'obiettivo – ha spiegato l'assessore alla Sanità Filippo Saltamartini – è quello di ridurre la pressione e il carico sulle strutture ospedaliere e residenziali territoriali gestendo efficacemente a casa i pazienti con forme di malattia da lievi a moderate. Pertanto si è anche imposta la necessità di condividere un documento, sulla base della letteratura scientifica* e dell'esperienza clinica maturate nel corso dell'epidemia, con le indicazioni operative più aggiornate sulla gestione del paziente a domicilio, fermo restando la centralità del medico di famiglia o pediatra di libera scelta che conoscendo le patologie pregresse, i fattori di rischio e il contesto socioambientale del paziente, può intervenire prescrivendo i farmaci più appropriati con un timing corretto. Ricordo inoltre che nella stessa direzione di riduzione dei ricoveri vanno anche le terapie con anticorpi monoclonali che la Regione Marche ha adottato per prima in Italia e che stanno riscuotendo ottimi risultati". Nel documento riveste importanza cruciale la stretta collaborazione tra i medici delle cure primarie e il personale delle USCA (Unità speciali di continuità assistenziale), sia rispetto al monitoraggio e alla gestione domiciliare dei pazienti che non richiedono l'ospedalizzazione, sia rispetto all'identificazione precoce dei parametri e delle condizioni cliniche a rischio di evoluzione della malattia.  segue

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(CIS) – Perugia apr. - - Prima sacca di anticorpi monoclonali Made in Umbria: grazie al lavoro di squadra e alle skills dei farmacisti dell'Azienda Ospedaliera di Perugia e della USL Umbria 2, è stata allestita giovedì primo aprile, la prima sacca di anticorpi monoclonali preparata con il sistema robotizzato del laboratorio di galenica clinica dell'ospedale di Perugia. Lo comunica in una nota l'assessore alla Salute della Regione Umbria, Luca Coletto, esprimendo "grande soddisfazione per il risultato raggiunto". "Ci tengo particolarmente a complimentarmi con i medici, i professori e i farmacisti delle aziende pubbliche che, con grande impegno e professionalità, hanno portato avanti studi sugli anticorpi monoclonali – ha detto Coletto - che in questo momento sono di interesse primario visto che, con questo tipo di cura, si potrà salvare la vita a molte persone e, allo stesso tempo, si evitano ricoveri permettendo di riportare pian piano la gestione degli ospedali verso la normalità". "Si tratta – ha aggiunto - di una grande conquista nel campo della cura per le persone positive al covid che, insieme alle vaccinazioni e alle altre terapie, ci permetterà di uscire da questo periodo di emergenza non più solo sanitaria, ma anche sociale e economica".La preparazione robotizzata del medicinale – spiegano dall'Azienda ospedaliera di Perugia - consente di garantire un livello qualitativo di sicurezza più elevato rispetto all'allestimento manuale. La reportistica prodotta dal sistema digitale permette di valutare la coerenza di quanto prescritto rispetto al preparato e monitorare ogni fase del processo.Nell'ottica futura di incremento del numero delle somministrazioni tale modalità assicura una efficienza maggiore del processo di prescrizione, allestimento e somministrazione di questi importanti farmaci per la terapia delle infezioni da SARS-Cov2. Fonte com abstract

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(CIS) – Roma, apr. - Oggi, in occasione della Giornata mondiale della consapevolezza dell'autismo, l'Istituto di Ortofonologia (IdO) lancia un messaggio forte per garantire i diritti dei minori nel campo della neurodiversità e nel rispetto dell'evoluzione di ciascuno: "In questo disturbo del neurosviluppo i bambini presentano un funzionamento atipico che non significa necessariamente inferiore, ma diverso da quel trend evolutivo che noi consideriamo normale". A dirlo è Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapie IdO, che aggiunge, come riporta l'agenzia DIRE: "Siamo noi, come operatori dotati di sviluppo normotipico e capacità di adattamento, a doverci adattare al funzionamento del bambino comprendendolo, per poi aiutarlo ad entrare nel mondo convenzionale della comunicazione e ad aderire al contesto sociale. Voler forzare, con quegli strumenti presunti della normalità- sottolinea la psicoterapeuta- il bambino dentro un binario diverso dello sviluppo può rappresentare un danno, perché violenta il suo trend evolutivo". "Oggi sappiamo quali sono i segni che caratterizzano i disturbi dello spettro autistico (Dsa) – ha continuato Di Renzo- si tratta di vedere le manifestazioni non solo nel loro senso patologico, ma anche come possibilità difensiva e risorsa. Ormai tanti autistici in età adulta ci hanno potuto testimoniare nelle loro biografie come vedono il mondo e come si sentono- racconta la psicoterapeuta- e ciò ci aiuta a capire che siamo noi a dover entrare in quel mondo per cercare di avvicinarlo al nostro. A noi operatori compete il dover far capire culturalmente quanto questi ragazzi possano essere delle importanti risorse".  segue

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(CIS) – Ancona, apr. - La prima riunione della Cabina di regia tecnica per l'attuazione del piano vaccinale, organo deliberato dalla Giunta regionale lunedì scorso si e' tenuta ieri sera; l'organismo, coordinato dall'assessore alla Sanità Filippo Saltamartini e composto dal dirigente del Servizio Sanità Lucia Di Furia, dalla dirigente dell'Asur Nadia Storti, dal dirigente dell'AOU Torette Michele Caporossi, dal dirigente dell'Inrca Gianni Genga, dal dirigente dell'Azienda Marche Nord, Maria Capalbo, dalla dirigente del servizio Bilancio Maria Di Bonaventura e dal dirigente del servizio Protezione civile Davide Piccinini, è stato convocato per valutare l'esecuzione del Piano strategico vaccinale nazionale Sars-Cov-2 Regione Marche. L'assessore Saltamartini ha evidenziato che, con il mese di aprile, si apre il secondo trimestre di vaccinazioni, caratterizzato dall'aumento delle forniture dei sieri che porteranno, ad aprile, nelle Marche, 210.000 dosi e nei mesi di maggio e giugno 700.000-800.000 dosi. "Dalla fase stop and go nelle forniture, si passa a rifornimenti stabili e, soprattutto, continui, come ha promesso il Governo – ha sottolineato Saltamartini - Per la nostra Regione, quindi, si deve prospettare una somministrazione a regime di 15.000 dosi al giorno, a fronte delle 7.000 dosi inoculate adesso, senza alcuna interruzione per le festività Pasquali". Dal tavolo è emerso che nelle Marche dai 14 PVP (Punti vaccinali popolazione) sono state inserite 74 linee vaccinali e che nei prossimi giorni saranno ristrutturati Punti vaccinali in nuovi locali (Macerata e Civitanova). Sul fronte del personale aggiuntivo. l'Asur ha bandito un concorso per i medici specializzandi e si conta di assumerne 200 per il piano vaccinale. segue

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(CIS) – Genova apr. – DALLA DIRE AGENZIA NAZIONALE - Ieri, nel primo giorno in cui sono entrate in funzione, le farmacie liguri hanno vaccinato contro il covid 440 persone tra 70 e 79 anni. In questa prima fase, saranno 52 le farmacie attive per la somministrazione nei propri spazi o in ambulatori condivisi sul territorio regionale. Data la penuria di dosi a disposizione, la capacitàè limitata a un massimo di 2.400 iniezioni alla settimana, ma il sistema sarebbe in grado di inocularne oltre il doppio. Entro la metà di aprile, le farmacie dovrebbero salire a un centinaio e l'idea è di arrivare a regime ad almeno 150. Per il momento – spiega una nota come riporta la DIRE - , si vaccina solo con presidio medico, ma appena i farmacisti avranno terminato il corso di formazione, le cose potrebbero cambiare e le disponibilità, dosi permettendo, aumentare sensibilmente. La Regione Liguria si era già mossa in autonomia rispetto all'accordo nazionale e ha potuto dare l'esempio al resto del Paese, partendo per prima. L'intesa, siglata in due diversi step con l'Unione ligure delle associazioni titolari di farmacia e con Assofarm, che l'agenzia Dire ha potuto visionare, prevede 32 euro all'ora più iva per sei vaccinazioni, con una decurtazione di 5,33 per ogni somministrazione in meno all'ora. segue

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(CIS) – Perugia mar. - "L'infermiere è l'operatore sanitario che, in possesso di titolo universitario abilitante e dell'iscrizione all'albo professionale, è responsabile dell'assistenza generale infermieristica; lo ricordano i membri dell'Ordine degli Infermieri di Perugia - che criticano la delibera della Regione Veneto n. 305 del 16 marzo 2021, attraverso la quale si è stabilito che gli OSS, con una banale formazione complementare, possano svolgere le funzioni in carico agli infermieri, non solo rappresenta un'offesa alla professionalità della nostra categoria, ma cosa ancor più grave, un rischio per la salute dei pazienti". Questo quanto in una nota dell'Ordine di Perugia. Lo svolgimento di attività infermieristiche è patrimonio esclusivo di esercizio professionale definito da una Legge dello Stato, che non può essere calpestata da un provvedimento regionale di gravità inaudita. Un Sistema Sanitario degno di tale nome - proseguono nella nota i membri dell'OPI Perugia - seppur in grave difficoltà, non può attuare scelte pericolose per l'incolumità dei pazienti. "Non può esistere una figura professionale che per responsabilità, professionalità e formazione accademica possa sostituire in sicurezza un infermiere - ha ribadito il Presidente dell'Ordine degli Infermieri di Perugia, Nicola Volpi - il provvedimento adottato in Veneto 'al fine di contrastare la carenza di personale dovuta all'emergenza pandemica', è motivo di grande preoccupazione, non soltanto per la comunità professionale infermieristica, ma per la salute dei cittadini, che è un diritto di ciascuno e che, come tale, va tutelato". segue

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(CIS) – Perugia mar. - Il Prof. Paolo Gresele e' stato nominato dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) nel gruppo di esperti per valutare i rischi da vaccini anti-Covid 19. Il Prof. Paolo Gresele, Ordinario di medicina interna del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Perugia, è stato nominato dal Direttore Generale di AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, membro del gruppo di lavoro ristretto di esperti per la valutazione dei rischi da vaccini anti-Covid 19. L'annuncio in una nota dell'ateneo umbro. AIFA è un ente pubblico che opera in autonomia, trasparenza e economicità, sotto la direzione del Ministero della Salute e la vigilanza del Ministero della Salute e del Ministero dell'Economia. Nello specifico collabora con le Regioni, l'Istituto Superiore di Sanità, i Medici e le Società Scientifiche, il mondo produttivo e distributivo per garantire l'accesso ai vaccini e al loro impiego come strumento di difesa della salute. "Esprimo grande soddisfazione per la nomina del Prof. Paolo Gresele a componente del gruppo di lavoro ristretto di esperti dell'AIFA per la valutazione dei rischi dei vaccini anti-Covid 19 – ha dichiarato il Magnifico Rettore, Prof. Maurizio Oliviero - che è motivo di particolare orgoglio per l'intera comunità accademica dell'Università degli Studi di Perugia, in quanto rappresenta una preziosa opportunità di mettere le nostre migliori competenze a servizio del Paese. Rivolgo al Prof. Gresele le mie più vive congratulazioni, a nome personale e dell'Ateneo, per l'incarico ricevuto, che ricoprirà sicuramente con la straordinaria professionalità e la competenza che lo caratterizzano". fonte com abstract 

 

 

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(CIS) - Spoleto, mar. - Una signora folignate di 78 anni, positiva al Covid-19 dallo scorso 20 marzo, è stata sottoposta, all'ospedale "San Matteo degli Infermi" di Spoleto, a terapia con impiego dell'anticorpo monoclonale Bamlanivimab: lo ha reso noto l'assessore alla Salute della Regione Umbria, Luca Coletto, spiegando che la somministrazione del farmaco sperimentale è avvenuta nel primo pomeriggio ed è stata gestita dalla direttrice della struttura complessa di Medicina Interna dottoressa Anna Laura Spinelli e dall'infermiera, folignate Azzurra Gubbini. La paziente, in dialisi da 32 anni, è stata segnalata ai professionisti sanitari del presidio ospedaliero di Spoleto dal suo medico curante la dottoressa Cesarina Cecchini, dopo un'attenta valutazione delle direttive nazionali ed è stata giudicata idonea ad essere trattata con l'innovativo farmaco. In tempi record, con il supporto del servizio farmaceutico del "San Giovanni Battista" di Foligno e il coordinamento della direzione strategica dell'Azienda Usl Umbria 2 e della direzione del presidio ospedaliero di Spoleto, la paziente è giunta a Spoleto per effettuare la dialisi nel reparto Covid-19 di Nefrologia per poi essere accompagnata dai sanitari nel reparto di Medicina Interna dove, intorno alle 13.20, nel pieno rispetto dei protocolli e dopo aver ricevuto tutte le informazioni utili, ha firmato il modulo di consenso e di adesione alla terapia sperimentale. "Gli anticorpi monoclonali - spiega la dottoressa Spinelli - hanno un vantaggio rispetto ad altri tipi di trattamento per l'infezione, si tratta di una terapia molto specifica, con delle buone percentuali di successo, poiché appositamente costruita attorno al virus". segue

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